05 gennaio, 2021

NON E' UN PAESE PER EMOTIVI

Personalmente devo aver più volte nominato e parlato più o meno di tutti i maltrattamenti subiti: ci ho pianto sopra di fronte a testimone empatico, elaborandoli uno a uno. Eppure continuo ad essere condizionata potentemente dai miei traumi, nelle scelte di vita e nelle relazioni. 

Nonostante le preziose elaborazioni, dunque, sotto stress, interviene in automatico un qualche funzionamento distorto. Moltissime situazioni fungono da trigger: in un attimo rivivo il film della mia infanzia e provo emozioni e sentimenti insopportabilmente intensi. 

Che forse dipenda dal fatto che quella persecutrice di mia madre non ha mai riconosciuto nulla di ciò che mi ha inflitto? E che ogni suo attuale pensiero per me è ancora solo di distruzione e morte? Che tutta la mia famiglia non ha visto nulla e forse stenta pure a crederci? Non parliamo poi del resto del mondo: i maltrattamenti esistono solo al telegiornale e nelle lontanissime periferie degradate degli altri mondi, dove si vede ad occhio nudo che vivi nel disagio sociale, magari perché sei sporco, puzzi, hai i lividi, i pidocchi e i vermi. Non si crede al traumatizzato quando è vestito bene, quando è pulito, profumato e sorridente. Quando viene mandato a scuola e in vacanza e non ha segni sul corpo. La mia mamma è stata molto attenta e poi le facevano male le mani. Così colpiva forte per farmi male ma non abbastanza per lasciarmi segni duraturi e poi si è dedicata anima e corpo alla violenza psicologica che, oltretutto, le dava assai maggior soddisfazione essendo sadica e contorta. Inoltre mi ha insegnato a riconoscere le sue punizioni come conseguenza della mia inadeguatezza, ottenendo la mia totale omertà fin da piccolissima. Ero sbagliata e lei una vittima: mia, della famiglia, del mondo intero. Meritavo di essere punita essendo la mia stessa esistenza una punizione per lei. Poverina.

Oppure sono come quei bambini selvaggi cresciuti da soli nella natura (nel mio caso, da sola nella sofferenza) e che, non sviluppando, ad esempio, il linguaggio al momento giusto (nel mio caso la fiducia in me e negli altri, ecc…), non lo svilupperanno mai più?

Forse un testimone non è sufficiente. Forse Alice Miller parlava di un testimone in senso lato o simbolico: "uno", ma grande abbastanza a seconda della gravità dei traumi vissuti.

Così, in attesa di scoprire un antidoto ai maltrattamenti subiti, continuo a soffrire e soffrire nel tentativo di smettere di soffrire. Il nostro, poi, non è un paese per persone fragili o per diversamente emotivi, che sono considerati dai più dei lamentoni privi di volontà e palle, degli incapaci, degli esseri inutili e incomprensibili. Questo a dimostrazione del fatto che l’umanità in generale non è in grado di farsi carico e prendersi cura delle proprie fragilità. Le combatte, moltiplicandole. 

Chissà se, date le stesse condizioni climatiche, l’uomo, oltre a pensare e fare gli stessi errori ovunque nel mondo, non possa anche riprodursi tale e quale in infiniti sistemi solari, costringendo la propria specie e la Natura tutta, ogni volta, alla stessa fine.
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