31 dicembre, 2017

NELL'ULTIMO GIORNO DELL'ANNO, IO DICO ADDIO...


Nell'anno '99 di nostra vita 
io, Francesco Guccini, eterno studente
perché la materia di studio sarebbe infinita
e soprattutto perché so di non sapere niente,
io, chierico vagante, bandito di strada,
io, non artista, solo piccolo baccelliere,
perché, per colpa d'altri, vada come vada,
a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,
io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
ai riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...
E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"
alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanità
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l'umiltà...

Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d'elementari ed uno d'università,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà...
Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra, democratico,
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai,
a questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede in cui sperare...

Nell'anno '99 di nostra vita
io, giullare da niente, ma indignato,
anch'io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando però che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipocrita uditore, mio simile...mio amico...

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Ma s'io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni 
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni; 
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia, 
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato... 

Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante, 
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d'un cantante: 
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo, 
e un cazzo in culo e accuse d'arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta... 

Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa, 
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia; 
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi: 
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso... 

Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare, 
godo molto di più nell'ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare... 
se son d'umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie: 
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo... 

Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista, 
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista! 
Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino, 
io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare! 

Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento? 
Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento. 
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro: 
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco! 

Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni, 
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni... 
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete, 
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate! 

Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso, 
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso 
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare: 
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto! 

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B...COME BANDABARDO' E...'BUONANNO'!




Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi

E con la faccia verso il cielo

Viaggi avventurosi

Ma tu mi dirai E' poesia!

E non si mangia, sai, con la poesia!


Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi

Con la faccia verso il cielo

Viaggi avventurosi

E pensa se la gente, invece del potere

Pensasse all'amicizia come modo per godere


E come capi indiani, magia

Si fuma per la pace ma

Tu mi dirai, E' poesia

E non si mangia con la poesia


Basta, per me, questo è un duello

Devo salvar la testa 

Perché dentro c'ho il cervello

E come un aquilone

Volare via

Spezzando il filo e...


Lo vedi si può volare

Non smetter di pensare

Lo vedi si può volare

Lo vedi si può volare

Non smetter di pensare

Lo vedi si può volare


Animo animo

Animo animo

I tempi duri passano


Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi

Per combattere la noia e la nevrosi

E se ancora non ci credi fai come vuoi

Io mi lancio verso il cielo, apro le braccia e poi...


Lo vedi si può volare

Non smetter di pensare

Lo vedi si può volare

Lo vedi si può volare

Non smetter di pensare

Lo vedi si può volare


Animo animo

Animo animo

I tempi duri passano


Ma tu mi dirai, E' poesia

E tu mi dirai, E' poesia

E tu mi dirai, E' poesia, è poesia, è poesia...

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28 dicembre, 2017

SPEDIZIONE SULLA 'HOLY MOUNTAIN' DEL CONSUMATORE...


...il centro commerciale!

Sono passate le prime feste ed ho bisogno di fare un po' di spesa perché sarà un mese che non compro niente. Abito ad una decina di km dal primo negozio disponibile e, per tutta una serie di ragioni, credo che in questa occasione il centro commerciale possa soddisfare in un colpo solo tutti i miei bisogni di approvvigionamento (cibo, materiali vari e benzina) e di risparmio.

Ma quando raggiungo l'area parcheggio capisco di aver fatto una cazzata. 

C'è il mondo. Sono tutti là dentro. Ma cosa faccio, torno indietro? Fuori non c'è neppure un posto libero...Respiro...guardo il cielo...non vedo niente...e mi avventuro nel sottosuolo. Trovo a malapena un parcheggio tra quelli interrati che odio e, solo dopo avergli fatto la posta e aver vinto una battaglia di sguardi con un tizio prepotente che mi ha maledetta, posso tirare il fiato. Con un solo sguardo il tizio lì mi ha iniettato una dose di veleno potentissima...in quell'attimo eterno ho letto perfettamente nei suoi occhi: Brutto cesso, sottospecie di essere inferiore con quella vecchia panda scassata che però entra in quel buco di parcheggio stiracchiato dove io, stupendo essere superiore, con il mio mega SUV appena lucidato non posso entrare per una qualche forma di ingiustizia sociale...siccome non posso neppure scendere dalla macchina e spaccarti il culo, a questo giro ti concedo di vivere...maledetta stronza! 

Ma grazie! Come in montagna gli avvicinamenti possono essere più pericolosi delle scalate stesse. Raggiungo il campo base 1 e mi acclimato. Quindi mi spoglio di giacche e sciarpe perché ho già un caldo porco.

Esco dalla porta del passeggero perché l'altra è inagibile, prendo persino il carrello senza pensare che sarebbe stato un macello poi pilotarlo; mi avvicino alle pendici dell'immensa costruzione e comincio ad arrampicarmi su per il nastro trasportatore. La colonnina della mia energia è già in rosso e una spia comincia a suonare l'allarme della riserva. Ed è solo l'inizio.

Raggiungo il campo base 2. Sono già in canottiera. Mi appello a tutte le mie competenze sportive per mantenermi in equilibrio e fare lo slalom senza cozzare contro persone, cani, bambini, altri carrelli, giostre, rotonde con bar e tavolini e bancarelle...L'odore di formaggi si mescola a quello dei profumi da uomo che spruzzano all'ingresso dei negozi di abbigliamento; ad essi si sommano quelli di dolci, di pizza, di caffè, di sudore, di aliti, di scoregge di centinaia di persone che spingono, faticano, mangiano, litigano, spruzzano, assaggiano...per fondersi in un unico orrendo olezzo da mal di testa. Ma perché, perché sono entrata?! 

Accendo nel mio cervello quel fungo di Holy Mountain di Noel (Natale) Gallagher e cerco di tenerne il ritmo per non morire di stenti e desolazione.

La storia continua con una estenuante ricerca di tutto il necessario affinché la spedizione abbia successo. Striscio, mi aggrappo, schivo, aspetto...è una lotta contro il tempo, perché il tempo della mia energia è molto limitato. E' importante non farsi prendere dal panico, rimanere concentrati sull'obiettivo...solo così si possono superare tutte le avversità. L'aria è troppo secca e polverosa, mi esce pure il sangue dal naso. Ma vado avanti e non mollo. 

Dopo ore sono in vetta: la cassa! Quasi svengo quando il flemmatico tizio davanti a me intoppa la cassiera a un passo dalla fine. Non ci credo, non ci credo...guardo i miei compagni di sventura che sembrano persone carine e piene di energia positiva e mi abbevero ai loro occhi gentili e fiduciosi che tutto andrà poi bene. E così succede...io credo di aver perso qualche chilo...mi sento svuotata e striscio fino alla macchina...mi viene da piangere all'idea di doverla caricare e fare tutta quella strada per uscire...cazzo, devo ancora fare benzina...ce la farò?

Ce la faccio. Per un attimo la pompa dà errore e io ho solo quei venti euro, niente più e sono a secco...deve andare, dai, funziona, ti prego! E finalmente eroga singhiozzando...o sono io che singhiozzo...quello sciame di cavallette umane deve averla depredata...prima di salire in macchina guardo dei fili d'erba per sentirmi di appartenere ancora alla Natura e che il peggio è passato...infine mi incammino e faccio ritorno.

Che impresa! Mai più. Meglio affrontare una vera scalata a 8000 metri. Almeno se muoio sono stata molto felice.

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25 dicembre, 2017

CHRISTMAS WITH THE YOURS...


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RINASCITA...ROCK

Dopo essere stato bistrattato al lavoro da un paio di bambini discoli, il mio lettore mp3 ha cominciato a manifestare segni di insofferenza: funzionava a intermittenza e passava sempre Thunderstruck degli AC/DC al posto di Bob Geldof; infine si è chiuso definitivamente nel silenzio assoluto. 

Io ho provato a caricarlo, a scusarmi...ho persino fatto un fioretto: se esci dall'isolamento imparo a memoria per intero I Pirati una volta per tutte, la canto al corso e non vedrai mai più un bambino! 

Niente!

Dopo un mese di tentativi di accensione sempre attaccato alla corrente, decido di staccare la spina.

Passano altre settimane, sono super impegnata e quando gli passo davanti riesco a malapena a lanciargli uno sguardo affettivo. Al corso canto I Pirati...

Ma a Natale sono a casa...mi alzo riposata e voglio fare un altro tentativo.

Attacco la spina, lo avvio e...si illumina! Sono stupefatta! Mi presenta persino il menù...io schiaccio play e lui comincia a suonare gli AC/DC!!! Ma solo perché sono i primi della lista perché poi attacca con gli Aerosmith, Alanis Morissette e tutti i cantanti con la A e poi quelli con la B, ecc...

Che inaspettata rinascita rock per questo Natale! 



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AUGURI

Mi sento ispirata per degli speciali auguri a questa umanità che, per comodità, divido in tre gruppi: gli adulti, i bambini e tutti gli altri che vivono in un Limbo tra i due.

Auguro a tutti i bambini che possano vedere soddisfatti i propri bisogni primari, che possano così crescere sereni e andare verso i propri desideri pieni di fiducia e di tanto amore nel cuore.

Auguro a tutti gli adulti di essere consapevoli, responsabili e capaci di amare. Capaci di interrogarsi sul proprio agire, di mettersi in discussione, di ammettere di sbagliare e quindi di cambiare!

I bambini sono bambini, fanno il loro faticoso lavoro che è crescere e crescere non è facile. Anzi, crescere è proprio difficile, per non dire impossibile, quando gli adulti non sanno cosa devono fare; quando equivocano i bambini, li trascurano o li minacciano di perdere il loro amore. Il compito degli adulti verso i bambini consiste nel rassicurarli, nell'incoraggiarli, nell'avere fiducia in loro e nel contenerli affettivamente quando fanno le prove di tenuta.

Infine, auguro a chi come me sta nel Limbo tanta energia e coraggio per continuare a sognare e lottare per andare avanti con fiducia e fierezza.

Buona rinascita a tutti!

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04 dicembre, 2017

ALLA FACCIA DEL CAMBIAMENTO

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[ATTENZIONE! Di seguito racconterò il finale di due film e del libro da cui uno di essi è stato tratto: Piccole crepe e grossi guai e Il riccio/L'eleganza del riccio. Se non volete scoprirli, non leggete questo post!].
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Stasera ho visto 'Piccole crepe e grossi guai'...film francese...

A me piacciono molto le commedie francesi...Quasi amici, Dio esiste e vive a Bruxelles, La famiglia Belier, Cena tra amici, In solitario...così speravo di vedermi un film carino anche questa volta.

Ma questo parte incerto, sembra decollare verso un cielo nuvoloso ma tranquillo e infine si schianta inesorabilmente o io mi distraggo, non so...

Parla di un tizio depresso che finisce a fare il portinaio. In quel lavoro egli riesce ad esprimere le proprie qualità umane e le mette a disposizione di quella piccola comunità che è il condominio dove vive e lavora. Fin qui, tutto ok...ma poi muore di overdose. Ve lo dico perché così vi risparmiate la delusione. 

E dire che avevo già visto un altro film francese, Il riccio, (e letto il libro L'eleganza del riccio) che parla di una portinaia, una tipa schiva e riservata che vive nel suo mondo limitato alle mura del condominio ma sconfinato grazie alle sue letture e che alla fine si apre alla vita vera e...muore.

Con la paura che ha chi, come me, vorrebbe cambiare ma ha un sacco di timori, così lo stroncate definitivamente.

Ma cos'hanno i francesi contro i portinai? Pensano per caso che fare il portinaio sia l'anticamera della morte? Che porti sfiga? Che sia una forma di suicidio assistito?

Non so...E che cavolo, quando finalmente si riesce a riscoprire la vita in ogni piccola cosa, fatta di emozioni, di amicizie, di umanità, di condivisione, di incontri, di fiducia, di cambiamenti...il protagonista muore. Solo che ne Il riccio, sembra voglia significare che ciò che importa è proprio il cambiamento, l'aver vissuto davvero, fino in fondo anche se per un nano secondo...mentre in Piccole crepe e grossi guai...il portinaio muore...perché non c'era più niente da fare per lui. Alla faccia dell'ottimismo! E poi a me non sembrava messo così male...sarebbe bastata, che so, un po' di Psicomotricità Relazionale!

Sembra che per i francesi il portinaio sia colui che per antonomasia sfugge alla vita. E che non cambia per paura di soffrire di una qualche sofferenza nuova, che non conosce e che quindi potrebbe disintegrarlo. Ma allora sei uno stronzo se lo fai morire davvero! Questo ha paura di non riuscire a contenere l'emozione di un cambiamento, di disintegrarsi per questo e di morire...e lo fai morire! Che rappresentazione letterale e terrifica. E se uno poi si immedesima?

A pensarci bene ho letto altri libri e visto altri film con protagonisti questi portinai-zombie...evidentemente il portinaio è un personaggio che si presta bene nella fantasia comune a rappresentare i propri fantasmi di morte...e distrae facilmente dai derelitti travestiti da persone degne di stima e nota, come sé stessi e gli altri condomini, certo...buhahahahah!!!  

Il problema della dignità negata per mezzo di una paga da fame e di sconfinamenti ammessi nella 'non-vita' (secondo gli altri) di queste persone è un problema diffuso anche ad altre categorie di lavoratori, come la baby-sitter! Ma non divaghiamo. Dunque, il portinaio nell'uso comune rappresenta uno schiavo, un servo, uno che è a tua disposizione, un accessorio della propria esistenza di certo migliore della sua, uno che si merita di non avere niente perché non ha il coraggio di vivere e questo legittima ad approfittarsi di lui; e appena ci prova, a vivere, tanto lo fanno morire. Uno che non vale niente ma di cui, guarda caso, si ha bisogno. Una contraddizione. In fondo, quello che conta è il cambiamento...che in questi libri e film si può riassumere o nell'apertura verso il resto del mondo, nel salire le scale dal piano terra agli appartamenti superiori per poi morire un attimo dopo o nel disperato trapasso. Alla faccia del cambiamento.

Quello della portinaia de Il riccio, poi, era solo il principio del cambiamento: attuarlo, smettendo di ricadere nel proprio copione consolidato da una vita, è la vera sfida! E ci vuole tempo per dichiarare il cambiamento stabile e definitivo. Non si può mica farla morire subito così. Magari ci avrebbe pensato da sola a privarsi nuovamente della vita, con ripensamenti e fughe alla realtà di prima, crisi, senso di inadeguatezza, ecc, ecc. 

E cosa dire del cambiamento che avviene nelle persone attorno ai coraggiosi che cambiano? Il cambiamento, se è vero e profondo, è contagioso e migliora la vita di tutti. Compresa quella dei malevoli, giudicanti, arroccati ai piani alti.

A proposito di arroccati ai piani alti...quei bisognosi di portinai, di tate e domestici vari: vorrei ricordare che un collaboratore sfruttato è uno schiavo; se lo chiamiamo con il suo nome vero forse risulta più chiaro. Sfruttare gli altri per spendere i vostri soldini in qualcosa di 'meglio' e sconfinare con richieste inopportune sono la prova tangibile della vostra piccolezza. Fare come fan tutti non dovrebbe farvi sentire bene in questo genere di casi, né l'impossibilità dell'altro di difendersi dovrebbe legittimarvi in nessun modo ad approfittarvi di lui, ed essere adeguati ad un sistema triste e infame non dovrebbe accrescere l'autostima! Potete nascondervi quanto volete dietro alle vostre contraddizioni, al vostro status-mascherone...ma pensare di avercela fatta, di trovarvi nella metà migliore della realtà è solo una illusione, apparenza, perché è evidente a tutti ciò che veramente siete: degli sfruttatori! Continuerete poi a circondarvi di brutta gente come voi e ad avere un karma di merda se voi per primi non cambiate e non sostenete il cambiamento degli altri invece di contribuire ad 'ucciderli'! E i vostri figli sono i primi ad accorgersene e a protestare, con il loro disagio per la vostra aridità ed incapacità emotiva che ovviamente non si esplica solo nello sfruttamento della schiavitù locale, ma anche e soprattutto nelle relazioni che vorrebbero onestà e disponibilità sincera: quella con i vostri figli appunto. 

Poi potete fare 'morire' gli altri, certo. Scendere le scale del vostro palazzo, passare davanti alla portineria e pensare: 'io non sono un miserabile come lui'. E ripetere all'infinito quello stupido jingle che è la vostra esistenza. 

Cazzo che malumore mi ha messo quel film! Sarà che sono reduce da una faticosa, umiliante contrattazione per qualche giorno di uno di questi lavori da schiavo che ho citato e che io amo particolarmente ma non per sfuggire dalla realtà, quanto per conoscerla veramente. Eppure sono chiara fin dall'inizio circa le premesse necessarie per poter avviare una collaborazione con me. Nonostante questo mi tocca comunque di subire questo supplizio, ogni volta e più volte con le stesse persone.  

L'unica cosa azzeccata del film è il titolo: Piccole crepe e grossi guai...
Forse con quel titolo intendevano simbolicamente le piccole crepe nel proprio sviluppo psico-affettivo e i grossi guai di una esistenza basata su un falso sé e un adattamento precoce alle prevaricazioni.

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03 dicembre, 2017

GELATERIE INFERNALI

La mia gelateria preferita...la preferivo perché fa un gelato molto buono e perché quando non prendo una vaschetta da portare a casa, chiedo il cono piccolo che sarebbe da due gusti e loro accettano di farlo due gusti più la panna riducendo un po' le dosi. 

Nessun altro lo fa! Ho provato a chiederlo in giro -spiegando che sono intollerante ai latticini, che con un cono da tre gusti ne mangio troppo mentre quello piccolo va bene e che prendo quei tre gusti insieme da quando ero piccola- se per favore me ne mettono poco di tutti e tre così soddisfo palato e pancia allo stesso tempo...ma niente, ovunque la mia richiesta viene respinta: si va a numero di gusti e non a quantità. Punto. Fine della discussione e senza spiegazione. Una volta, nonostante la mia gentilezza, consapevole di stare chiedendo un favore, cosa che faccio se non c'è altra gente ovviamente, per non mettere in imbarazzo e creare precedenti, la commessa mi ha risposto malissimo; allora io mi scuso, ringrazio ancora gentilmente, saluto e faccio per andare via. Questa rimane esterrefatta e mi insulta così io la mando a cagare. Di gelaterie per fortuna in questa città ce ne sono davvero tantissime e tutte di qualità. 

Nella mia gelateria preferita, invece hanno ascoltato la mia storia strappalacrime e soddisfatto da subito questo incredibile desiderio di farmi i tre gusti -nocciola, cioccolato e panna- nel cono piccolo. Felicità!!!

Vado avanti così per anni, quando un giorno entro e mi trovo davanti una nuova commessa: è ingombrante e immotivatamente aggressiva nei modi. Saluto e converso con le altre impegnate lì vicino a sistemare torte e intanto la studio, ascoltando quello che dice mentre si insinua prepotentemente nei nostri discorsi. 

E' sgraziata e spiacevole, il suo atteggiamento stona con quello delle altre ragazze, fa la gradassa e parla al plurale come se fosse il braccio numero uno della padrona del negozio e sembra avercela con tutti i clienti passati nella giornata esclusi i presenti per ovvie ragioni; i bambini poi, bisognerebbe vietargli di entrare come ai cani: sono chiassosi, troppo lamentosi, supplichevoli e, essendo maldestri, sporcano e poi alle commesse tocca di pulire. E ancora bla, bla, bla...

Io rimango bruciata dalla fiammata che accompagna le sue parole e, in una pausa dallo sproloquio, capisco che è il momento di ordinare ma...sono da sola con lei adesso e...glom...ho paura a farlo! Come glielo dico adesso a questa del mio cono speciale...? Ci metto la mano sul fuoco infernale che mi respinge la richiesta e che mi guasta la merenda...bisogna poi sperare che almeno mi lasci continuare a vivere...

In un atto di incoscienza guardo negli occhi l'orrenda bestia e la sfido: sorrido, saluto gentile e chiedo con naturalezza i tre gusti nel cono piccolo.

Così facendo, evidentemente, la prendo alla sprovvista, forse stupita dalla mia intraprendenza, e si ritrova a bofonchiare poco decisa che non potrebbe farlo, che è proprio impossibile farceli stare tre gusti, che dovrei prendere il cono da tre...ma intanto lo fa!!! Per aiutarla ad arrivare fino in fondo, sorrido ancora e mi appello con vellutata gentilezza al suo buon cuore: 'Lo so, ha proprio ragione, so di chiederLe un grosso favore e un sacrificio e lo apprezzo moltissimo, grazie davvero!'.

La strategia comunicativa deve aver funzionato perché, seppur malvolentieri e borbottando, Cerbero acconsente a fare il mio gelato! E io mi sento un domatore di mostri! Però lo sguardo di commiato è chiaro: non osare mai più fare questa richiesta in questa gelateria perché la prossima volta ti dilanio e incenerisco anche solo se percepisco l'intenzione. E al prossimo cliente gli farò una testa così delle richieste assurde di certe ragazzette viziate che come i bambini e i cani dovrebbero rimanere fuori dai negozi.

Da quel giorno non ci sono più tornata..a volte sbircio ma lei è sempre là, una perfetta guardiana infernale!

Nel frattempo ho scovato un'altra gelateria fresca fresca di apertura; essendo stata tra le prime clienti sono stata da subito amata e coccolata e considerata cliente storica da gratificare affinché continui ad andare e faccia pubblicità. Questa gelateria, non solo fa un buon gelato ma concepisce il cono piccolo con due gusti più la panna da listino e la panna, udite, udite, è gratis!!!! E per me che c'ero all'apertura probabilmente lo sarà sempre!

Ciao, ciao Cerbero!!!!

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(ANI)MALI DI STAGIONE



In autunno le cimici arrivano a popolare gli anfratti delle mie finestre brontolando e protestando ogni volta che le apro e le chiudo; camminano sui miei tappeti ed esplorano ogni oggetto della mia casa. Anche ora che sto qui a scrivere ce n'é una che ha esplorato ogni centimetro della scrivania.

Buttarle fuori è inutile: ne raccolgo una da terra e la caccio fuori dalla finestra con un cricco. Richiudo la finestra, mi giro...e la ritrovo nello stesso punto dove l'avevo vista...

Fallito l'invito a traslocare, mi rassegno ad ospitarle. Ma sono invadenti e, soprattutto, sono ovunque. Quando mi siedo sul divano, subito sale un odore sgradevole: stava sotto la coperta come un gatto! Accendo allora un bruciatore di essenze alla menta, mi sdraio con un libro e mi addormento mentre lo leggo...quando mi sveglio lo richiudo e puff...altra spruzzata...

Mi alzo piuttosto irritata e decido di passare l'aspirapolvere per sfogare. Ma un terribile odore, penetrante all'ennesima potenza, prevale su qualsiasi altra essenza: ne ho vaporizzata una!!!

Adesso ho la nausea, mi brucia la gola e non mi sento tanto bene: temo un'intossicazione! Spero solo che con la primavera, come si dice, passino gli (ani)mali di stagione!

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27 novembre, 2017

INSETTI SPIRITOSI

Sono a letto, ormai mi addormento. Ma qualcosa bzzzzzzza e mi disturba. La ignoro, se non ci penso non fa niente. Bzzzzzzzzzzz, TAC, ce l’ho sulla faccia…la mando via…Sono sicura che tra un attimo non la sentirò più…Bzzzzzzzzzza, bzzzza, BzZzZzZza, STAC…ma ce l’ha con me allora…mamma…sussurro indecisa…un po’ spaventata…potrebbe pungermi? Bzzzz, BzZZza, TAC, Bza…mamma, MAMMA!!!
‘Che c’è? E’ tardi, dormi!!!’
‘Ma c’è una bestia in camera’.
‘Cos’è?’
‘Non lo so, vieni qua’.
‘Lo sai che ho paura degli insetti, cos’è’.
‘Non lo so, non l’ho mai visto, vola e fa BzZzZza-TAC, ma perché hai paura? Puoi venire per favoreeee’.
Si affaccia in camera.
‘Dov’è?’.
‘Ma non lo so, forse nel letto’.
‘BzZzZzZ, BzZzZa, Tac’
‘AAAAAAh, è una cimice, vieni via da lì, sbrigati’.
‘Che cos’è una cimice? Ma sei sicura che sia pericolosa?’
‘Se preferisci dormire lì, fai pure, io dormo sul divano’.
A casa mia c’era solo un letto dove dormivamo entrambe. Così dormiamo sul divano in due.
Il giorno dopo mia madre chiama mia nonna a liberarci. Io mi affaccio nella camera e la individuo: sta appesa in fondo ad un filo che spenzola dal comodino…e fa l’altalena!

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26 novembre, 2017

'LASCIA(TI) ANDARE': LA TUA AGENZIA FUNEBRE!

Dopo aver realizzato il funerale simbolico dei miei genitori, con racconto e musica, con tanto di groppo e spalla amica su cui sfogarlo...dopo aver provato dolore, amarezza, dispiacere e infine leggerezza...ho avuto una idea!

Ho pensato che come me ci saranno un sacco di persone con genitori stronzi che si meritano di far loro un funerale simbolico per continuare poi a vivere più liberi da inutili legami distruttivi.

In un mondo dove i rituali hanno perso molto del loro profondo significato e valore, in un mondo dove Berlusconi ha finanziato gli studi per trovare il modo di vivere fino a 120 anni per tutti, credo sia ancora più importante rinnovare il settore delle onoranze funebri per dare speranza e gioia alla vita che rimane altrimenti così simile alla morte e depressa. Credo sia fondamentale riuscire ad aiutare le persone a rappresentare simbolicamente la 'morte' dei propri 'genitori cattivi' e poter realizzare riti funebri veri e propri meno stereotipati per sopravvivere bene emotivamente e proseguire più leggeri. 

Dopo aver constatato che lavorare nel settore dell'infanzia a livello economico non paga e socialmente non si gode di considerazione, ho capito di avere il dovere verso gli altri e -perché no- verso me stessa, di mettere le mie conoscenze a disposizione dell'età più rappresentata, quella matura che, viste le premesse, può aspirare ad aumentare considerevolmente la propria aspettativa di vita e che ha già sopportato a sufficienza la terza età ormai obsoleta.

In un paese per vecchi viene da sé adoperarsi, come ha capito Berlusconi, per la rappresentanza più significativa...sarebbe assurdo accanirsi ad investire nell'infanzia che sta scomparendo! I bambini non li ha mai capiti nessuno e così fragili e bisognosi per forza che sono in via di estinzione! Che speranza di vita avrebbe mai potuto avere una razza di esseri che fanno cose inutili e incomprensibili?! Nessuna! E infatti, ecco che la natura ha selezionato e privilegiato la razza degli adulti, più produttiva e capace. La natura, la scienza e Berlusconi hanno investito in qualcosa di concretamente valido, l'adultità. Perché avere 60 anni sarà come averne 40...e i figli non servono di fronte alla prospettiva di vita eterna.

Quindi...chi c'è c'è, chi non c'è si arrangia e chi non ci crede è un pirla!

Bene, cari tutti, adesso sapete che presso le Onoranze Funebri 'LASCIA(TI) ANDARE' potrete trovare personale esperto specializzato in funerali reali o simbolici di grande significato per lasciare andare rabbia, rancore, dolore, sofferenza, insomma, per lasciare andare ciò che non serve e che frena la corsa per la vita, una vita piena o priva di significato, è lo stesso, l'importante è che sia libera da condizionamenti interni. Potrete così poi proseguire il vostro cammino potenzialmente infinito con rinnovata leggerezza e una pensione minima di 1000 euro per tredici mensilità che vi aspetta. Cazzo, non vedo l'ora di essere una pensionata pure io! 

I riti saranno riservati e personalizzati secondo le vostre esigenze. Nell'offerta sono inclusi:

- i sacchi dove depositare i rifiuti emotivi;

- una scheda di memoria proporzionata ai vostri ricordi belli ed una per i ricordi brutti;

- un testo liberatorio;

- la musica significativa che l'accompagna e che permette di sfogare il magone e rallegrarsi per la vita che continua;

- la promessa di vita eterna;

-...e basta, che altro volete!!!

Per prenotarsi cliccate su 'Nessun commento' e raccontate la vostra storia...in poche parole.

Gli esperti leggeranno e vi faranno sapere.



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23 novembre, 2017

NOVEMBER RAIN

La radio passa November Rain...mi sento al sicuro, a casa, così mi lascio andare ad una riflessione forse malinconica, forse rabbiosa ma, in fondo, serena: penso alla fine di una relazione, di una relazione d'amore importante e penso all'amore più importante capace di condizionare tutta la nostra vita, quello per i nostri genitori e dei nostri genitori per noi. 

Vado al computer, voglio mettere alla prova le mie emozioni. Cerco notizie dei miei genitori, di mio padre, che ho visto l'ultima volta a due anni. Mi ricordo di lui in visita da noi, mi ricordo l'emozione della visita di una persona importante, 'il papà è venuto a trovarti'...ma non c'è stato tempo per emozionarsi insieme perché vengo lasciata in salotto con i giochi che mi ha portato...un finto telefono a gettoni con la cornetta...lui è andato a litigare con mia madre in cucina; non resisto e vado da lui, mio papà...mi metto tra le sue gambe insieme al telefono e cerco di coinvolgerlo...ma lui mi prende e sposta e mi sgrida: 'Non vedi che io e tua madre stiamo discutendo?! Cosa ti avevo detto, vai di là, qui dai fastidio'.

Che vergogna ho provato, come mi sono sentita sbagliata, una bambina sbagliata, che fa solo arrabbiare i propri genitori. Ma a due anni ero già brava almeno a starmene da sola, così sono tornata di là in sala insieme con la mia vergogna, le mie emozioni ferite, le mie lacrime.

Di cose ne sono state dette e ne sono successe davvero tante da allora. Quello che resta è la mia vita condizionata dalla grande sofferenza di non essere mai riuscita a farmi amare dai miei genitori, di essermi dovuta allontanare da mia madre che mi tormentava e maltrattava.

Ma ho fatto tanta strada e capito molte cose, di me, di loro. Rimango emotivamente molto delicata e sento la sofferenza degli altri come certi animali percepiscono il terremoto; ma ho fatto di questo handicap il mio dono che metto a disposizione dei bambini nel mio lavoro.

Mio padre -leggo su internet- è un reporter di guerra che fa 10 grandi viaggi all'anno...Scrive libri, articoli e parla dei poveri bambini vittime di guerre o di pedofili...scrive di poveri bambini vittime...?!?! 

Controllo e io non sono tra le vittime. Non cita nessuno dei suoi figli abbandonati. Non chiede scusa a nessuno delle persone che ha fatto soffrire. 

Allora decido di colmare la lacuna e di parlare io dei poveri bambini che mio padre ha dimenticato di menzionare: i suoi!

Mio padre non si è mai preoccupato per me e credo che pensi di vivere in una specie di film o telenovela perché si è sentito di fare come se niente fosse e un giorno, parlando con quell'altra fuori dal mondo di mia madre (ma lo saprà la di lui attuale compagna?), tutto orgoglioso di sé stesso, le dice di farmi sapere che ha scritto dei libri!  

Questi sono pazzi se non si rendono conto che non puoi maltrattare un figlio e poi riagganciarlo così, quando ti capita, per le tue stronzate. 

Insomma, uno stronzo che per tutta la mia vita si è fatto di nebbia di fronte alle proprie responsabilità di amore e cure (anche economiche) verso i figli (io e un'altra prima di me) ma che ha comunque il coraggio di mostrare la sua faccia in giro come fosse un eroe. Scrittore, reporter di guerra...e parla, parla, compiaciuto. 

Evidentemente è un dissociato se riesce così bene a fregarsene di tutto e tutti.

Mio padre scrive romanzetti di ultima categoria, autocelebrativi, di una banalità oscena. Ma questo è il giudizio di una figlia che prova evidentemente risentimento per un padre che sembra avere a cuore le grandi questioni della vita come i Templari, le guerre, le religioni e -sopra ad ogni cosa- il proprio ego mostruoso; tutto, tranne le responsabilità verso i figli messi al mondo. Voglio dire...lo ha fatto persino Sgarbi che ti riempie il cervello di mille discorsi pur di svicolare dalle domande dirette ma a quella sui figli ha risposto preciso: 'Io non volevo fare il padre ma ho sempre provveduto a livello economico'. Hai detto niente. 

Mio padre inoltre non ha solo i due figli che pubblicizza su fb e per i quali non so cosa rappresenti e cosa abbia fatto. Prima, in ordine cronologico, veniamo io e un'altra più grande di me, entrambe riconosciute e di cui, un momento dopo, si è totalmente disinteressato. Persino quando l'altra ha tentato il suicidio. 'Che figura mi fai fare con la mia nuova famiglia' sono state le parole di incoraggiamento che lui è riuscito a pronunciare ancora in ospedale dopo essere stato chiamato lì da un'amica di lei. E poi i tanti aborti che ha sostenuto. Che desolazione.

Mi chiedo, ma cosa ha da dire, da parlare tanto con quel sorrisetto arrogante un cazzone di queste proporzioni? Uno che si atteggia da grande conoscitore, ma di cosa? Che si infervora e che accusa una massa indistinta di maledetti che promuovono le guerre e perpetrano abusi sui bambini quando lui per primo é uno di loro. Ma forse non sa neppure chi è. Dà agli altri degli idioti o dei farabutti quando è il numero uno in cima alla lista dei mostri di alcuni dei suoi figli.

Mio padre, il giornalista, scrittore, fotografo, reporter di guerra che parla di vittime è un uomo che nella sua vita ha picchiato le donne e abbandonato i figli. Un ladro (in senso letterale), un violento, un ubriacone, un egocentrico, un narcisista. 

Nelle interviste trasuda autocompiacimento ed è così concentrato su sé stesso e nella recita della parte di persona perbene da riuscire per un momento quasi a convincere pure me. Possibile che sia davvero un uomo a cui stanno a cuore le emozioni, le sofferenze, i disagi degli altri???? Mi concentro, ripenso alla mia vita e poi rispondo: No!!!! E' un uomo che se ha fatto qualcosa lo ha fatto per sé stesso, per credere e far credere di essere un grand'uomo mentre è esattamente l'opposto. 

Un 'uomo' che evidentemente sa sedurre se ha avuto tante donne e fatto almeno tre figlie con tre compagne diverse; ma che a quanto pare non sa mantenere le promesse, preoccupato di continuare da solo per la sua strada, perché lui è più importante, lasciandosi tutto dietro alle spalle. 

Mio padre -posso quindi affermare per esperienza- non è né un uomo (che sa prendersi la responsabilità delle proprie azioni), né un padre (che ama e sa prendersi cura affettivamente ed economicamente dei propri figli...tutti, nessuno escluso!); è dunque...un essere incompiuto privo di sostanza che conta solo sull'apparenza. Come si dice...uno stronzo! Una merda, una brutta persona. Un coglione, un cazzone, un cretino, uno con una grandissima faccia da culo. Ecco. Che schifo.

E dire che è un gran dispiacere realizzare di venire da una tale pochezza. Ogni bambino dovrebbe poter essere orgoglioso del proprio padre. Che vergogna invece essere sua figlia!

Adesso che ho fatto un po' di ordine nelle mie idee confuse tra la terribile verità vissuta sulla mia pelle e l'apparente normalità ostentata dai miei genitori, adesso che ho fatto un po' di luce dentro al buio in cui si è plasmato questo aborto di uomo che mi ha generata e che si atteggia da eroe, posso tornare alla mia vita e riconfermare a me stessa, spero per l'ultima volta, che è stato tutto un equivoco! Che non c'entro niente con lui, né con mia madre! Non è colpa mia se tutto l'amore di cui sono stati capaci i miei genitori è stata questa miseria. L'ho già detto ma evidentemente non mi rimane in testa...anzi, nel cuore.

Devo dire che avrei potuto consolarmi un po' se almeno fosse stato davvero un idolo...che so, un Che Guevara, ad esempio, visto il suo atteggiarsi da seduttivo guerrigliero. Mi sarei messa la maglietta, avrei appeso il poster da qualche parte e avrei raccontato leggende sulle gioie e i dolori di un eroe e dei suoi figli a casa ad aspettare che torni, vivo o morto. 

Invece è un cazzone travestito, una caricatura da quattro soldi, un falso credibile -forse- solo da schizofreniche, depresse, emotivamente disadattate quali sono state, in ordine, le sue donne e non fa sognare nessuno!!! Un cretino che ha preso in giro soprattutto sé stesso. E per tutta la vita! 

E' giunto il momento di seppellire questo surrogato di padre che mi ha generato!

Addio ridicolo vecchio. Tu e quell'altra disgraziata non avvicinatevi mai più a me perché per me siete morti come io lo sono sempre stata per voi. Se avessi avuto qualche dubbio, mia madre ci ha tenuto proprio a dirmelo e pare che nessuno di voi due abbia avuto problemi ad elaborare il lutto per me. Son capitata proprio male! Voi vi siete persi qualcosa di prezioso però. In mano ad un ladruncolo e alla sua squinzia che faceva il palo con una neonata in braccio...non c'era speranza di venir riconosciuta come autentico amore, vita preziosa, almeno oggetto di valore. Sono stata un oggetto qualsiasi tra gli altri, un peso, un problema, una cosa inutile, niente. E voi siete proprio due poveracci.

Adesso morite finalmente nella mia considerazione e riposate in pace.

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20 novembre, 2017

SALTO NEL VUOTO

Camminiamo da ore su per una montagna dai fianchi erbosi; la roccia è calda e rossastra. Sono partita da sola ma raggiungo un gruppo di persone con una guida…non posso superare ma ormai siamo vicini alla cima. Così cammino in coda. Parlano di mangiare e mi viene pure fame.
Camminando dietro di loro rallento il mio passo nervoso e mi godo il panorama…in questi momenti mi sento così piena di senso…al mio posto nel mondo.
Siamo quasi in cima quando la terra trema: ci acquattiamo ma arrivano giù sassi da sopra e istintivamente saliamo ancora. La guida del gruppo invita tutti a continuare perché su potremo forse proteggerci.
La cima è sostanzialmente vuota: una caverna, un salone ampio, sembra scolpito. Ci stiamo tutti.
Un’altra scossa, poi un’altra ancora. Tutto trema. Alla calma iniziale scaturita dal senso di protezione di quella solida cupola sopra alla testa subentra il panico generale quando constatiamo che il soffitto di quel posto sta scaricando sassi che ci piovono addosso.
La guida suggerisce di stare vicini, di non allontanarci, dice che non c’è più niente da fare. Ma se devo morire allora…voglio volare.
Così mi lancio nel vuoto, precipito…e mi sveglio.

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14 novembre, 2017

IN SCIOLTEZZA

Infiliamo una strettoia dove si passa a fatica e strisciamo alla ricerca di una via che porti a nuovi vuoti dove proseguire ad esplorare.

Mentre procedo spingendomi con ogni parte del corpo come fa un feto per venire al mondo, l'umido pungente, la roccia dura e dolorosa su cui sono sdraiata rinnovano la loro freddezza ogni metro che avanzo.

E porcaccia la miseria, il cunicolo chiude.

Facciamo una miracolosa inversione di marcia e ripartiamo a strisciare di testa ma che fatica bestia!

Ad un tratto sento un rumore spaventoso, cupo e mi sento rabbrividire. Sembra il rumore provocato da una inondazione. Ma cos'è?

E' la mia pancia: sto per farmela addosso.

Mi concentro, osservo il terreno su cui sto strisciando e vedo che davanti a me c'è un buco. Come una contorsionista mi muovo fino lì, mi sfilo la tuta, mi calo le brache, infilo il culo nel buco e lascio andare! Che liberazione! Per fortuna ho dei fazzolettini.

Come Catherine Zeta Jones in Entrapment schiva i laser, così io schivo la latrina improvvisata e mi rivesto come mi son spogliata. Poi filo via...in scioltezza, lasciando dietro di me, al compagno di avventura, la sfida di passare...con disinvoltura.



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12 novembre, 2017

ALLA DERIVA...MA DOVE VOGLIO


E' fine estate e siamo rimasti in pochi. Il vento e le raffiche non mollano da un mese. Dopo qualche giorno su una deriva a due posti, l'istruttore acconsente a farmi provare il laser. Quando arrivo la mattina alla spiaggia per armare la barca sono carica come un leone.

La mia esperienza di vela è poca e raffazzonata, mentre rilevanti sono il mio entusiasmo e la mia determinazione.

Usciamo. Dietro di me, sul gommone, c'è l'istruttore che oltre a raccattarmi in caso di necessità mi suggerisce cosa fare. Non accetto compromessi, un'andatura tranquilla, io devo andare! Ma le raffiche non perdonano e sono sempre in mare. Imparo a non cadere in acqua e quando scuffio salto sul fianco della barca, poi sulla deriva, la rigiro e son dentro come prima. Così, tutto il giorno.

Alla sera quasi non cammino: ho le mani tagliate e sono tutta un livido ma non cedo. Mi sento un guerriero! Dopo qualche giorno esco dal canale: con la mia andatura circolare conquisto il mare aperto, l'orizzonte, il sole. 

Ho i piedi alle cinghie e sono fuoribordo. E' faticoso ma la barca plana e sto andando dove voglio. E sono felice, ogni volta che ci penso. 

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07 novembre, 2017

ZUPPA DI SASSI E LENTICCHIE

Dicono che le lenticchie portino soldi. Qui da noi per tradizione si mangiano a capodanno per augurarsi fortuna e soldini...io decido di dare una spintarella alla fortuna della mia economia disastrata e comincio a mangiarle adesso, a novembre, non si sa mai. Avevo comprato una busta di lenticchie secche in sconto già qualche tempo fa...forse era vecchia perché è già scaduta. Nessun problema ma...porteranno fortuna lo stesso? Le metto in ammollo per 6h che poi diventano 24 per imprevisti e quando vado a soccorrerle dal pericolo di marcire, sorprendo una manciata di spavaldi sassolini venuti allo scoperto un po' in superficie e un po' in giro...spero di averli tolti tutti perché senza denti è troppo presto! Controllo ancora per sicurezza: ma sono tantissimi! Comincio a pensare che facciano parte della ricetta per la fortuna. Mi viene in mente una favola per bambini: 'Una zuppa di sasso'. Così chiamo un paio di amici e li invito a cena. Ognuno porta un po' della sua vita e la serata passa allegra. La zuppa è buonissima, nessun sasso pervenuto ma la pancia è piena, il palato soddisfatto e l'umore gioioso. Quanto serve per essere felici: stare bene insieme e condividere.

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