29 agosto, 2023

NUOVO INIZIO

In punta di piedi, mi affaccio e osservo questo paesaggio. E' bello essere qui. L'ho desiderato a lungo. 

E' cambiato quasi tutto intorno a me. Adesso ho una stanza tutta per me, come suggeriva Virginia Woolf (in "Una stanza tutta per sé"), con dentro un "Teatro del Mondo", -almeno io ci vedo quello!-, come quello di Aldo Rossi. Sembra proprio emergere dalla parete, sopra alla sua chiatta ormeggiata nella mia stanza! Si direbbe una architettura in fuga, sempre al suo posto e fuori posto. Smontabile e rimontabile. Sento una certa affinità. Due citazioni puramente affettive e non ostentazione culturale come potrebbe sembrare. Nella mia fuga da tutto, con la memoria in blocco, non potevo raccogliere più di tanto. Solo ritagli sparsi. E suggestioni.

Ho scelto questa stanza perché la più piccola, in alto, una chicca rispetto al resto. E' così piccola che non può essere contemporaneamente qualcos'altro come spesso succede alle stanze grandi in cui finisco per disperdermi. Anche la casa è piccola. E questo è il suo bello. C'è lo spazio che serve e non il vuoto pieno di inutile.

Ci sono poi due gattini in questa stanza e in questa nuova casa. Li ho presi con me il giorno in cui mi sono trasferita. E, da quando ho dipinto e riordinato la stanza tutta per me, -a mia immagine e somiglianza, pare-, portano spesso qui la loro energia.

Così, stamane, passando li ho visti e sono entrata con l'intenzione di rimanerci un po' e fare il punto su come mi sento. 

E' quasi un anno che vivo qui ma mi muovo ancora incerta. A volte in punta di piedi, trattenendo il respiro, a volte agitata, pronta a combattere per affermare il mio diritto ad esistere, a volte strisciando, pronta a rinunciarci. Un'andatura contorta ma comunque un'andatura. Da quando ci sono i gatti però, di tanto in tanto, con movimenti sinuosi, riesco ad evitare ansie e preoccupazioni.

Spesso entravo in questa stanza con senso del dovere e piena di aspettative. Così mi prendeva l'ansia e dovevo uscire. Qualsiasi spazio vagamente attrezzato a studio ancora mi fa pensare alla scuola e al clima opprimente che la caratterizzava e al tavolo di casa dove facevo i compiti. Quei posti, insomma, dove io ho sempre sofferto molto e concluso poco perché troppo impegnata a proteggermi dagli adulti persecutori. Impossibile concentrarsi su altro, su sé stessi e strutturarsi. Ma pensa un po', quanta strada ha fatto quella sensazione di pesantezza, di insicurezza e inadeguatezza.  

Per diversi mesi, ho quindi utilizzato la potenziale stanza tutta per me come sgabuzzino. Almeno era certamente utile a qualcosa e, soprattutto, non avrei disatteso aspettative, reali o interiorizzate. E me ne sono dimenticata. 

Eppure continuava ad esserci. I gatti mi hanno aiutato a ritrovarla. In qualità di diffusori ambientali di tranquillità ne hanno poi reso vivibile l'atmosfera. Se loro possono dormirci, non c'è niente di cui preoccuparsi!

Così, eccomi qui. I gatti dormono e io mi calmo in questa casetta nella casetta, un piccolo volume sottotetto, con una minuscola finestra quadrata attorno alla quale ho dipinto una cornice rossa. C'è la nicchia sporgente a forma di teatrino del mondo dipinta di giallo fuori e di rosso dentro, attrezzato con ripiani e scatole colorate; di fronte, un quadro allegro, blu e giallo, di un amico; sull'altra parete una libreria e, su quella opposta, un tavolo proporzionato alle dimensioni contenute della stanza e una sedia. Al centro, una amaca da soffitto. Ho una passione per le amache e l'antipatia per le poltrone. L'amaca da soffitto mi è sembrata il compromesso migliore per il relax casalingo. C'è poi un filo di lucine a led che passa sopra alla scrivania e intorno alla finestra e che talvolta accendo di giorno perché la stanza è un po' buia. La luce è calda e diffusa. Per terra, sotto l'amaca, un tappeto rosso dove mi rotolo coi gatti. Spesso un contrabbasso in sottofondo.

Non manca proprio niente. Solo, ogni tanto, la mia tranquillità, persa fuori da qualche parte.

Confido troverà sempre più velocemente la strada. O, almeno, un rifugio temporaneo se piove. A volte incontra un cane libero e passeggiano assieme come se si conoscessero da sempre. Due anime affini a spasso per caso. Fortuna che esiste il caso. Anche uno dei gatti va a spasso con lei. Pazzesco.

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[Ringrazio A.M. per tutto l'amore, l'attenzione e la cura che mette nella nostra relazione. Per aver contribuito e reso possibile la mia trasformazione e quella della nostra casa.]. 

18 luglio, 2023

STRINGERSI

Stavo cercando di dirti una cosa importante ma c'erano troppe interferenze. Ero dietro di te, eravamo vicini, ci facevamo largo in mezzo alla gente. Impossibilitati a passare, ti ho abbracciato. Poteva sembrare perché spinta o per non cadere. Ma hai sentito che ti stringevo perché lo volevo. La tua mano appoggiata su di me.

Stavo per dirti che avremmo dovuto parlare prima di arrivare e, in un attimo... Mi sono svegliata. 

Perché svegliarmi proprio in quel momento?

Subito mi sono sentita sopraffatta e non capivo. 

Nel ripensare al sogno, ho sentito che, in quel contatto, in un momento, ci siamo detti tutto. Le parole non servivano. Le parole, a volte, non servono. Il corpo parla e sente, meglio della testa. Solo che poi complichiamo tutto.

Vorrei stringerti.

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