21 aprile, 2018

A NICCOLO' AMMANITI

Ma tu sai tutte quelle cose sui tuoi personaggi per esperienza diretta o tuo padre a caratterizzarli un po' t'aiuta?

Nel primo caso, se tua madre o tuo padre ti hanno maltrattato, va bene: c'è pieno di persone, come gli psicoterapeuti, che possono aiutare gli altri ma che massacrano i propri figli. E' una questione di ambiti e proiezioni: con gli altri non ci sono di mezzo certe emozioni. E i figli sono una occasione imperdibile per potersi rifare. 

Invece...se non sei stato maltrattato e, intendo, pesantemente maltrattato, di certo caratterizzi i tuoi personaggi e le loro sofferenze alla grande...e questo non è carino nei confronti di quelli che scrivono bene di certe cose per esperienza personale. 

Mi piacerebbe saperne di più. Perché un po' mi fa innervosire che uno possa inventare tutte quelle storie senza esserci passato. Insomma, è l'unico vantaggio che possiede chi ha molto sofferto: poter comprendere la sofferenza altrui ed esprimere la propria creativamente, attingendo dal proprio dolore, rielaborandolo e, così facendo, riscattando il proprio passato.

Secondo me, per una sorta di giustizia sociale, dovresti farti dare due pugni da una come me, anzi, da me sarebbe perfetto. Quando vuoi. Per pareggiare un po' il culo di scrivere romanzi e ricevere successo e denaro raccontando di qualcosa che non ti ha neppure sfiorato. Perché non scrivi libri di fantascienza o thriller, magari horror...romanzi rosa, d'avventura...di storia...ti piace la storia?

Comunque...se pure tu hai molto sofferto, allora mi rimangio tutto.

Nel frattempo spero che almeno ti puzzino i piedi e che il tuo alito sia mefitico.

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