21 aprile, 2018

A NICCOLO' AMMANITI

Ma tu sai tutte quelle cose sui tuoi personaggi per esperienza diretta o tuo padre a caratterizzarli un po' t'aiuta?

Nel primo caso, se tua madre o tuo padre ti hanno maltrattato, va bene: c'è pieno di persone, come gli psicoterapeuti, che possono aiutare gli altri ma che massacrano i propri figli. E' una questione di ambiti e proiezioni: con gli altri non ci sono di mezzo certe emozioni. E i figli sono una occasione imperdibile per potersi rifare. 

08 aprile, 2018

GIOCARE COL FUOCO

Risaliamo di corsa il pendio tra gli alberi e, appena fuori, ecco le fiamme. E' un incendio e il fronte sembra molto vasto. Brucia il basso paleo per centinaia di metri e si sta insinuando tra le prime piante ai margini del bosco.

06 aprile, 2018

L'ENNESIMO SPAVENTO

C'è chi invecchiando rimane fedele a sé stesso, al proprio aspetto, solo cede un po' o si indurisce, fa le pieghe e s'ingrigisce...

E poi c'è chi, come me, invecchiando sembra come buttar fuori sua madre e sua nonna dalle pieghe della pelle.

Quelle due paion proprio emergere da dentro di me e deformarmi a loro immagine!

Sarà forse l'ultima prova prima del distacco definitivo? 

Sì, una tremenda prova del nove: riuscire a sopportare, senza impazzire, l'allucinazione della vecchia generazione proiettata nello specchio ad ogni mio passaggio.

Dopo di che niente di loro potrà più spaventarmi davvero. Perché è solo apparenza, non c'è sostanza.

Sopravvissuta alla loro rabbia proiettiva, alla loro incapacità affettiva, alle persecuzioni, alle umiliazioni, ai tormenti, ai dispiaceri; presa la distanza dai loro comportamenti, dalle loro aspettative, consapevole di essere altro da loro, ne ho neutralizzato l'influenza, sono in grado di riconoscere i loro pensieri dai miei e di scartarli prima di agire. Potrà mica spaventarmi una vaga somiglianza...

Devo solo ricordarmi che il processo è irreversibile, che non si può tornare indietro nella consapevolezza, nel profondo cambiamento, neppure dopo l'ennesimo spavento.

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04 aprile, 2018

CONVERSAZIONI PROFESSIONALI?

Per comprendere un messaggio nella sua globalità dobbiamo sempre tenere conto che esso si compone di più messaggi insieme: quelli verbali, diretti, espliciti e quelli non verbali, indiretti, impliciti. Questi ultimi hanno sempre un peso maggiore nell'economia della comunicazione. 

Vediamo un esempio tratto da una conversazione realmente accaduta.

MEDICO ORTOPEDICO (controllato, sintetico, freddo, diretto senza filtro, impassibile, interventista):     
                                    
- Quanto tempo è passato dall'incidente? Due mesi? [Non verbale, sottinteso nell'espressione facciale e nel tono=Così tanto?!];

- Quando hai tolto i punti? Un mese fa? [=Veramente? Non ci siamo!];

- Da quando hai cominciato a muoverlo? Ah, non si muove...? [=Allora non c'è niente da fare];

Conclusioni [ricevute prima indirettamente nel sottinteso e, adesso, nel non verbale: postura rigida, sguardo serio=la speranza, che è l'ultima a morire...è già morta! Infatti...]se non ha riacquistato mobilità finora, difficile lo possa più fare ormai; certo, puoi provare a fare esercizi, male non fa, ma 90% va operato di nuovo, bisognerà riaprire e rompere. 

Tanto vale forzare la mano: fai esercizi, non lo proteggere e se dovessi romperlo accidentalmente, tanto meglio, così vai direttamente a Modena dove sono specializzati in chirurgia e riabilitazione della mano.


PAZIENTE PSICOMOTRICISTA RELAZIONALE (espressiva, emotiva, diretta con filtro, coinvolta, mediatrice...il più delle volte!):

Si mette a ridere. 

Il medico non ne comprende le ragioni e fa capire che l'incontro è terminato: si alza, porge la mano, stringe inespressivo.

Lei va via sorridente ma depressa e preoccupata: operare, di nuovo, il lavoro, lo sbattimento, le difficoltà economiche di un precario senza malattia...e ride...poi piagnucola...alla fine si arrabbia...prima con sé stessa e la sua sbadataggine e poi con lui e la sua spinosa imperturbabilità; infine, per sdrammatizzare un po' la questione, pensa, a parti invertite, come sarebbe se lei comunicasse a quel modo le cose alle persone con cui lavora: genitori e bambini a proposito dei loro disagi.

Così si immagina di vedere arrivare l'ortopedico con il suo bambino di 5 anni al corso di psicomotricità. All'inizio del percorso hanno un colloquio, stavolta è lei che fa le domande:

- Quanti anni ha il bambino? 5? [Non verbale, implicito nell'espressione facciale e nel tono = Di già? Allora è peggio di quel che credessi...];

- Ha già fatto psicomotricità prima di oggi? [E' evidente che no ma te lo chiedo lo stesso e penso pure che cosa aspettassi per deciderti];

- Fa sempre così, davvero? Anche a casa e a scuola? [Accipicchia, non ci siamo proprio!].

Conclusioni: se sta messo così a questa età, difficile ormai correggerlo [parola che usa di proposito in questa fantasiosa ipotesi vendicativa ma che non userebbe mai nella realtà]; noi ci proviamo, certamente, ma 90% ti diventa tossicodipendente entro i 16 anni.

Possiamo forzare la mano: gli diamo uno spinello, una sigaretta e vediamo se ci prende gusto e nel caso lo mandiamo direttamente a San Patrignano che sono esperti e te lo sistemano come si deve.


AAAAh, se solo si potessero impiantare o espiantare chirurgicamente l'empatia e l'emotività!!!

Però si potrebbero sempre riciclare i comportamentisti più estremisti: invece di tormentare i bambini autistici, potrebbero sfogarsi con certi medici adulti! Un bel percorso insieme su come riconoscere le emozioni e i sentimenti degli altri con esercizi maniacali su come rispondere adeguatamente...almeno se la vedrebbero tra pari...

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03 aprile, 2018

INCONTRI E PROMESSE

Gli incontri con gli altri sono stimoli preziosi. A volte anche brevi scambi possono essere molto significativi se vanno a toccare decisi certi tasti impolverati: grazie ad un urto modesto e del tutto casuale, possono movimentare quella melma solitamente ferma in cui spesso si trasforma la nostra intraprendenza e che talvolta molto presto nella vita giace, annichilita dalla routine e dal disincanto, sul fondo della nostra consapevolezza.

Così capita di leggere di una iniziativa un po' diversa dal solito, di parlare con qualcuno in modo spontaneo e unico, di toccarsi per sbaglio per una frazione impercettibile pelle su pelle...e questa esperienza produce una scossa, una spinta e si intravede un movimento laddove pensavi fosse tutto immobile, stagnante e in decadimento...

Quando succede questo, è un attimo che risalgano da dentro di noi tronfie bollicine di vitalità, di creatività, di sogni, di fantasie, echi di cose dimenticate e assopite.

A me è successo proprio questo di recente. Poco tempo fa ho avuto un breve, insolito confronto in cui ho involontariamente ragionato su chi sono e cosa voglio: sono stata invitata a farne un progetto...e da allora qualcosa dentro di me si è smosso. Le mie fantasie un po' alla volta si sono affacciate alla mia consapevolezza e, pure adesso, nonostante gli imprevisti e le difficoltà, stanno lì e mi guardano come se avessi fatto loro una promessa

Sembrano come il sole quando il cielo è cosparso di nuvole: timide e curiose...si mostrano belle e piene di calore ma possono venire nascoste di nuovo, all'improvviso. Anche quando tutto torna grigio, per un po' non puoi più fare a meno di guardare verso di loro...ma alla lunga si corre il rischio di rinunciarci per fatica, per paura della delusione e dell'attesa. Sarebbe bello acchiapparle subito insieme all'introverso sole primaverile e tenersele strette, con tenacia! Invece ci vuole costanza, pazienza e tanta fiducia... 

Almeno in questo, la stagione aiuta!

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01 aprile, 2018

RESUSCITIAMOCI!

'Buona Pasqua!'. 
- 'Grazie, anche a te!'. 

Ma io sono atea e, per quanto, a lungo, nella mia vita abbia partecipato in maniera involontaria e stereotipata a certi rituali religiosi -voluti dagli altri più per abitudine che per convinzione- fatico un po' a contribuire all'atmosfera spirituale comune...

Ad ogni modo, la mia vita non è certamente governata dal caos o dall'ingiustizia: ho scelto dei validi maestri dagli insegnamenti profondi e, forse, pure più attuali di certi altri... 

Devo quindi fare uno sforzo per ricordarmi che è Pasqua e cercare di fare gli auguri agli amici che so per certo credenti: a quelli che credono profondamente e praticano assiduamente e a quelli che credono solo durante le feste e che non fanno penitenza per quaranta giorni ma tutta insieme, mescolando la penitenza alla resurrezione! Troppi parenti e pietanze mescolate insieme possono essere devastanti...una punizione! 

Perché, credenti o meno, chi è cresciuto con Babbo Natale, il pandoro e il panettone, la colomba e l'uovo di cioccolata...fa fatica ad emanciparsi da certe abitudini apprese fin da bambini! Ma strada facendo il fisico ne risente...allora, forse, un po' di astinenza almeno prima non sarebbe male...rivisitata, con motivazioni più attuali magari sarebbe pure presa in considerazione...

Comunque, una delusione o un po' di risentimento per una disattenzione in queste occasioni sono sempre in agguato...

Quindi, BUONA PASQUA a tutti e, per l'amor del cielo, non scoppiatevi!

Personalmente, poi, ho cercato di emanciparmi dalla dipendenza dall'uovo di Pasqua, oggetto tentatore che mi ricorda i momenti di tregua e abbondanza dell'infanzia e per questo l'ho voluto spesso anche da adulta. Ho scelto da tempo di convertire la dipendenza emotiva dal consumismo nostalgico in una attenzione e protezione verso me stessa e gli altri: avete visto cosa costa un uovo di Pasqua con cioccolata scadente e con dentro una sorpresa deludente rispetto alla stessa quantità di cioccolata in una tavoletta di qualità? Molto di più! 

Così sono felice quando resuscito il mio buon senso, la mia autonomia di pensiero e proteggo pure la mia fragile economia...

Ma, a proposito di resurrezione...sto pensando che certamente abbiamo tutti, credenti o no, qualcosa di importante da resuscitare o di cui commemorare la resurrezione: che so, l'allegria scomparsa, la gioia abbandonata, la creatività assopita, il dinamismo perso, la pigrizia trascurata o abusata, l'ozio mai provato, il corpo avvilito, la mente spenta, l'inconscio sconosciuto, i sogni dimenticati, i desideri soffocati o respinti...

Io oggi, ad esempio, ho resuscitato il mio corpo in Appennino in giro con le pelli, dopo un tempo piuttosto lungo di necessaria astinenza e involontaria penitenza. E sono finita a tavola alle 15 in un rifugio dove ho festeggiato l'evento con un favoloso tortino di castagna e gelato alla cannella. Alla faccia dell'uovo di Pasqua! Tié!

Che resurrezione e che gioia!

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