11 giugno, 2021

QUAL E' LA PROSSIMA MOSSA?

LA REGINA DEGLI SCACCHI



Qual è la prossima mossa?

Non sembra anche a voi che la vita assomigli ad una partita a scacchi? Vi capita mai di domandarvi quale sia la prossima mossa e di arrovellarvi il cervello cercando di capire le possibili conseguenze delle vostre decisioni?

Come negli scacchi, nella vita non è possibile muoversi a caso e liberamente e per ogni nostra mossa ci sono delle conseguenze. 

A seconda del momento, siamo pedoni, alfieri, cavalli, torri. Solo quando siamo regine possiamo muoverci "liberamente" ma sempre sulla scacchiera e non senza rischi.

Eppure, nonostante i limiti, le mosse possibili sono moltissime, molte più di quelle che normalmente riusciamo anche solo a pensare. Pensare, infatti, comporta fatica, confronto, studio e richiede resistenza, passione, vitalità. Per muoversi, poi, ci vuole coraggio, capacità di adattamento e visione di insieme. E bisogna allenarsi. 

Quando va bene, passiamo solo la prima parte della nostra vita di adulti a sbattere la testa contro il muro di false convinzioni, più o meno distorte e prive di utilità, che ci hanno messo davanti agli occhi i nostri confusi genitori e la disordinata società in cui siamo cresciuti, e che ci inducono a fare mosse sbagliate. Passiamo un tempo più o meno lungo a rivendicare una vaga idea di libertà e a lamentarci della fatica che ci costa vivere secondo le errate indicazioni ricevute. 

Accade così di concentrarsi su ciò che non possiamo fare anziché su come muoverci meglio possibile. Accade di vivere anche tutta la vita sotto scacco, non sempre perché non ci siano mosse salvifiche fattibili ma perché non si riesce proprio ad immaginarle: pensarle è molto faticoso, persino doloroso; richiede di concentrarsi, di liberare la mente, di lasciare andare, di rompere un attaccamento, di perdere qualcosa. Ma solo con quelle mosse la partita può continuare. Altrimenti essere sotto scacco finisce per trasformarsi in una condizione esistenziale e lo scacco matto è quasi una liberazione.

I pezzi degli scacchi nel loro insieme sembrano rappresentare l'essere umano scomposto nelle sue molteplici sfaccettature e dimensioni, nelle diverse fasi e funzioni della sua vita. Come per gli scacchi, appare fondamentale conoscere ogni nostro pezzo, le sue potenzialità e i suoi limiti, e saper attingere a quello giusto al momento opportuno. 

I pezzi degli scacchi insieme costituiscono un complesso corpo unico che, strada facendo, scendendo a compromessi con il principio di realtà, si modifica, lascia andare ciò che non gli occorre più, ciò che ha svolto la sua funzione; certamente, un po' si consuma, diventando nel tempo più compatto, coeso ma anche più efficace se ha lavorato bene fino a quel momento. 

Per crescere bisogna lasciare andare. E lasciare andare sembra piuttosto faticoso, doloroso, contro istintivo.

C'è sempre qualcosa da sacrificare di noi stessi in favore di altro che ci permette di evolvere.

Forse, concentrandoci nel realizzare il nostro potenziale, nell'ottenere il meglio da noi stessi e nel metterlo in circolazione, non avremmo modo di pensare troppo a ciò che non possiamo fare e sarebbe più sopportabile la fatica di vivere. 

Ogni nostra mossa fa succedere qualcosa in noi e intorno a noi. E così fanno le mosse degli altri.

Non importa quanti pezzi hai a disposizione. Probabilmente hai comunque davanti a te la possibilità di fare diverse mosse valide. Non importa se non riesci a prevedere tutte le possibili mosse degli altri giocatori, c'è un tempo per pensare e uno per agire anche se non completamente pronti. Altrimenti si rischia di rimandare troppo a lungo e di scoprire all'improvviso che è scaduto il tempo.

Qualche volta, bisogna farsi un po' male per evitare di morire. 

Main Title by Carlos Rafael Rivera

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