23 gennaio, 2018

ESISTERE...MA CON RISERVA

Raggomitolata in una nicchia della montagna, spio da lontano la mia terra. I miei ricordi, i miei pensieri e le mie emozioni sono tutti pieni di chiare contraddizioni. Senza sforzo né dolore, quasi fosse il principio di una commedia, vedo il mio passato dispiegarsi su quella magnifica scena. Il golfo, le falesie e quei luoghi da me adesso temuti, si animano armoniosamente dei tanti miei vissuti. E mi rivedo giocare divertita, una protagonista attiva di quella mia strana vita: ricordo le immersioni, le arrampicate, i giochi con la deriva e tutte le avventure che mi hanno aiutato a sentirmi viva.

Peccato che a me non siano cresciute le radici, ma così era scritto nei miei geni infelici. Nonostante tutto sono riuscita a garantirmi quel tanto nutrimento che bastasse per sopravvivere alla mancanza di accudimento. Lasciati troppo a lungo da soli con sé stessi, si rimane poi sempre troppo esposti al rischio di perdersi negli eccessi.

Non mi sono mai integrata nell'ambiente in cui sono cresciuta. Per certi versi, così, mi sono salvata ma neppure mi sono 'sistemata'. Così è stata la mia vita: in salita e precaria fin da subito e di difficile interpretazione. Anche felice ma sofferta e piena di paure.

I miei genitori mi hanno concesso di esistere, sì, ma con riserva: troppo presi da loro stessi mi hanno messo al mondo e poi abbandonata sulla panchina di chi, inutile, aspetta e osserva. 

Così mi sono sempre sentita: uno spettatore che ad entrare nel vivo del gioco non è autorizzato, che diviene ogni giorno più estraneo in quel difficile mondo in cui è solo appoggiato.

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