30 gennaio, 2018

CURIOSITA' [POST N°100]

'Life with Beans' 
Per caso ho scoperto questa simpatica famiglia australiana: una coppia di ragazzi molto giovani con 6 bambini sotto i 5 anni. Wow! Ogni tanto vedo qualche pezzetto di video e mi rallegro! 

Consiglio di non precipitarsi a giudicare
perché ci può essere qualcosa di interessante da imparare prima e si fa sempre a tempo, non c'è fretta. Osservare in silenzio ogni tanto e darsi il tempo di sentire e comprendere le nostre emozioni è una bella esperienza. E poi possiamo sempre criticare la nostra di vita, piuttosto, prendere qualche spunto per cambiare o confermarci nel nostro agire! 

A me, ad esempio, han fatto venire voglia di mangiare più frutta e verdura crudi! Ed anche io adesso mi preparo tavolozze colorate di frutti misti per merenda (da qualche giorno...speriamo che duri!); poi mi han fatto venire voglia di mangiare più spesso in compagnia; e, osservando i bimbi mangiare da soli, ho confermato ancora una volta alcune convinzioni educative che ho e che, incredibilmente, vanno un po' controtendenza rispetto ai metodi usati in molte delle famiglie italiane che incontro per lavoro: il momento del pasto in casa molto spesso non viene vissuto bene dai genitori che preferiscono imboccare i bambini molto a lungo, non riuscendo a sopportare che mangino con le mani e che sporchino in giro; in parte anche perché non sanno se è giusto ed hanno paura di dare dei vizi, così si rassicurano che tanto lo faranno all'asilo dove sanno come fare ad insegnare e dove pulisce qualcun altro...e talvolta aspettano che i bambini imparino almeno un po' a mangiare da soli in quelle occasioni (tanto ormai ci vanno appena nati) e li lasciano fare a casa solo una volta 'imparati'...

Forse se vedessero questi video si rassicurerebbero che è tutto ok...che è una fase fondamentale e transitoria quella di mettere le mani nel piatto! In fondo, abbiamo tutti bisogno di rassicurazioni sui bambini nel nostro isolamento condominiale ed esistenziale.

E poi ci sono tanti altri spunti e curiosità...qualche perplessità ma, in realtà, ho visto davvero pochi frammenti di video per ora e tante cose sembrano funzionare davvero bene. A me questa famiglia mette buon umore...soprattutto quando arriva la frutta :D ! Sul pubblicare la propria vita familiare in un vlog...in questa società virtuale e liquida...perché no...magari ha un risvolto costruttivo in questo caso più che in altri...e poi io che posso dire in proposito che scrivo della mia vita su un blog?!

Insomma...per adesso mi sento di pubblicarlo come esempio sostanzialmente positivo...se cambio idea...rettifico.

Buona visione critica a tutti!

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OGGI MI SENTO UN PO' COSI'...


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RIFLESSIONE SERIA SERIA

Tre giorni fa era il 27 gennaio, giorno della memoria: 
27 GENNAIO 1945, LIBERAZIONE DA PARTE DELL'ARMATA ROSSA DEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI AUSCHWITZ. 

Oggi è il 30 gennaio 2018 e sento il bisogno di scrivere alcune riflessioni sull'andamento attuale delle cose. Un'occhiata di insieme seria seria e preoccupata.

Tra non molti anni i superstiti dei campi di concentramento non potranno più allenare la memoria collettiva con la loro testimonianza attiva nelle scuole, nelle famiglie, nel mondo; visto l'andazzo, si potrebbe pure correre il rischio che qualche politico, abituato a banalizzare con battutacce qualsiasi cosa e a far ciò che vuole, decida -perché no- di banalizzare pure certe ricorrenze e, con esse, l'abitudine a ragionare, ad esempio, sull'orrore di cui l'uomo è capace. Anche se farà sempre comodo sedersi in prima fila a far presenza in quelle occasioni pur di prendere voti alle elezioni. Tanto ormai ad alcuni è concessa qualsiasi puttanata, qualsiasi affermazione, qualsiasi manovra...tutto ciò mi ricorda qualcosa...

Sono stati uomini 'istruiti e beneducati' -evidentemente, nel modo sbagliato se in così tanti e in tutta Europa hanno aderito al delirio di un singolo pazzo e malato- ad organizzare un genocidio. Occorre dunque riflettere bene sul nostro stile educativo e sulle conseguenze che potrebbe avere sul futuro dell'umanità.

Evidentemente, l'educazione impartita dai nostri antenati alla generazione che è stata capace di pensare e sostenere un regime come quello nazi-fascista aveva qualcosa di sbagliato se ha formato degli individui avvezzi alle prevaricazioni, ai soprusi, ai maltrattamenti, agli abusi, alle torture, all'omicidio, ai regimi oppressivi. Agli esperimenti su uomini, donne e bambini. Riflettiamo da dove arriviamo e stiamo attenti a dire sbadatamente che era meglio una volta! Cosa, dove, quando?

E riflettiamo su quello che stiamo facendo oggi. Perché non basta non maltrattare fisicamente i bambini e costruirgli dei mobili alla loro altezza per crescere degli individui consapevoli e capaci di rispettare sé stessi e gli altri. Bisogna amarli questi bambini. Bisogna mettersi in discussione, capire se si sbaglia e rimediare. Bisogna educarli. Fare da solido, capace, contenitore affettivo in cui essi possano esprimersi, trovare comprensione e giusto limite.

L'educazione non sta andando tanto bene. Lo dicono gli esperti ma basta leggere le notizie. Prima i bambini soffrivano di prevaricazioni fisiche e psicologiche; vivevano oppressi dai genitori e dagli adulti in generale e, una volta cresciuti, hanno fatto una guerra mondiale e un genocidio, mossi, per lo più, da rabbie proiettive; oggi non hanno confini, limiti, neppure quelli necessari per crescere. Sono tenuti in palmo di mano e l'intero equilibrio famigliare dipende dal loro umore. I bambini si scoprono onnipotenti in casa e in loro vige il principio del piacere ben oltre l'età in cui è giusto assecondarlo: tutto, subito e senza compromessi. E troppo spesso lo ottengono, purtroppo, in casa, dai propri genitori. Fuori fanno un po' più fatica...ma i genitori, in passato schierati assurdamente con i maestri cattivi contro i figli, oggi, al contrario, si schierano ciecamente coi figli 'cattivi' contro l'educatore che pone un limite ai loro eccessi. E non stiamo parlando di maltrattamenti ma di educazione.

Che mondo e che società creeranno, che relazioni vivranno questi futuri adulti? Che guerra si inventeranno? Tutti contro tutti?

La difficoltà nell'educare è un fenomeno molto diffuso, non c'è da vergognarsi, ma da preoccuparsi, sì. 

Stiamo crescendo individui confusi, inconsapevoli, in difficoltà nelle relazioni. Sempre di più i bambini sono 'difficili, ingestibili', fondamentalmente, diciamolo, a causa di una educazione piena di lacune. 

I bambini di oggi soffrono la mancanza dei confini affettivi necessari per crescere. Siamo passati da confini troppo rigidi a mancanza di confini. Sempre più bambini sono aggressivi o, all'opposto, inibiti e fragili oppure prepotenti, incapaci di stare alle regole minime di convivenza, incapaci di stare seduti o di muoversi o fermarsi al momento opportuno, confusi, incapaci di affidarsi perché fondamentalmente non possono affidarsi ai propri genitori che sono molli, fragili, a loro volta incapaci di aiutarli; questi genitori non lo fanno apposta: hanno coraggiosamente preso le distanze dai modelli passati disfunzionali ma sono un po' confusi sul da farsi e non sanno offrire una alternativa adeguata oberati come sono di preoccupazioni e aspettative del mondo sempre più faticoso e stressante del lavoro. Ma desiderano una nuova pedagogia, fosse anche solo per disperazione. Oggi giocano con i figli, li osservano e, in parte, li ascoltano; e creano spazi Montessoriani in casa come a scuola ma -errore-, spaventati e insicuri nel proprio ruolo, chiedono ai figli cosa devono fare! Chiedono ai figli cosa devono fare?! E si disperano persino se questi non rispondono: Ma come, a me nessuno chiedeva cosa volessi, io che te lo chiedo ho indietro risposte contraddittorie, capricci e scenate che interpreto come mancanza di riconoscimento...

Ebbene sì, oggi gli adulti chiedono ai bambini cosa devono fare. Prima gli adulti non chiedevano nulla ai figli, impartivano le loro regole e guai a metterle in discussione; oggi gli adulti chiedono tutto ai bambini, anche come fare a fare i genitori. Ma poi non li ascoltano! Perché ovviamente un bambino di 15 mesi non è che ti fa un discorso, ma comunica, parla con le emozioni e pare che questi adulti di oggi non sappiano interpretarle poi tanto bene.

Così ci ritroviamo branchi interi di bambini di 4-5 anni isterici e aggressivi perché sofferenti: non capiscono le regole degli adulti. E ci ritroviamo sempre più genitori che accusano gli educatori di non saperli gestire. Uno scarica barile dietro l'altro. Una cosa non è cambiata molto: la capacità di ascolto e di autoanalisi. E' evidente che continua a dettare legge il senso di colpa.

Qualcosa non sta funzionando. I ruoli bambino/adulto dovrebbero essere ben distinti. Invece c'è confusione e si fa fatica a capirne la ragione a causa del senso di colpa che non vogliamo proprio affrontare. 

E per fortuna che ad oggi è possibile accedere a qualche servizio utile in questo senso. Una volta c'era solo rassegnazione e docilità come antidoto ai problemi e i manicomi o gli psicofarmaci per chi non si adattava. Oggi abbiamo delle valide alternative come la psicomotricità relazionale, convegni, corsi, informazione, letteratura, psicoterapeuti familiari. Pscioterapeuti. Andateci santo cielo. Fatevi aiutare. A traumatizzare non ci vuole poi molto ma a venire fuori dai traumi ci vuole tanto tantissimo tempo. Tutta questa intelligenza ci rende fragili se non siamo consapevoli. Insomma cominciate a prendere consapevolezza della vostra storia, di chi siete, dei vostri problemi, dei vostri copioni famigliari e crescete, oltre a preoccuparvi di soddisfare le aspettative inconsce di qualcun altro e a farvi pilotare dai bisogni primari insoddisfatti. E' un investimento ma vale la pena. Altrimenti non si va molto lontano...a parte fisicamente con un aereo a riprendere fiato.

Gente, informatevi su come fare i genitori se è vostro figlio di pochi anni a decidere quando e cosa mangiare, a che ora andare a dormire e se dormire, dove dormire, se a 4 anni vi prende a parole, se picchia in continuazione tutti, se è ingestibile. Se la vita familiare è un incubo. Qualcosa non va. Ma si può rimediare! Abbandoniamo il senso di colpa per sostituirlo con senso di responsabilità! 

Il divorzio ha liberato solo in parte l'uomo. La liberazione si completa con un lavoro interiore.

E non rimpiangiamo la famiglia di una volta, per carità. Il padre padrone e la madre sacrificio, lasciamoli nella loro tomba. Han fatto abbastanza danni. Realizziamo un nuovo modello. Diverso da quello attuale, però, del papi e della madre narcisista.

Innanzitutto prendiamo consapevolezza dei nostri errori. Perché ne stiamo facendo un bel po'.

'Ho sbagliato?!'. Sì. Lo scopro, lo accetto e faccio meglio. Punto. Si procede per prove ed errori, è normale, ma è necessario ammettere di sbagliare, accettarlo e adoperarsi per fare meglio. Non si può fare come gli struzzi. E magari pensare che sia colpa di quel figlio...

Certo, noi siamo intrisi della cultura della sofferenza e della colpa. Di chi è la colpa? Se non è tua o sua è mia. E sei cattivo se hai la colpa. Questo è il ragionamento inconscio che continua a lavorare dentro di noi e contro di noi e il cambiamento.

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico! E non andatevi a confessare solo dal parroco, riconoscetelo di fronte a voi stessi innanzitutto e di fronte ai vostri figli e vedrete che risultato! La mamma ha sbagliato, sai. Ti chiede scusa. Era nervosa e ti ha risposto male. Ha ragione di riprenderti per il tuo capriccio ma non doveva urlare così forte. Non è colpa tua se ha perso il controllo. E' normale quello che fai come è normale che la mamma ti dica di no quando esageri. L'eccesso di rabbia è stata la troppa stanchezza. Ti voglio bene ma questa cosa non puoi farla. E poi correggete il tiro per la volta successiva se alla precedente siete usciti dal seminato!!! Ma smettetela di concedere tutto per poi perdere il controllo quando questa cosa vi si ritorce contro e vi accorgete che avete innescato una reazione a catena. State calmi e cambiate metodo.

Vi siete chiesti dove stiamo andando? 

Chi ha avuto nonni, genitori che hanno fatto un sacco di sacrifici per la famiglia spesso si ritrova a condannarli per la loro vita assurda che mai ripeterebbero e ad inseguire il piacere come massima aspirazione del vivere. Fanno del piacere individuale e continuo il proprio credo. 

Poteva starci dopo generazioni di sacrifici ma adesso troviamo l'equilibrio tra responsabilità e puro godimento individuale di eterni adolescenti. Siamo fatti per vivere con gli altri, eppure, nonostante il tempo passi, la convivenza non sembra migliorare. Magari abbiamo imparato a prenderci il piacere fisico ma non possiamo fissarci solo su quello. Altrimenti viviamo la vita a compartimenti. Se non riusciamo a costruire relazioni profonde, solide, serene, ci stiamo perdendo qualcosa. Sicuramente è qualcosa che richiede impegno ma ne vale la pena. Dobbiamo trovare un'altra strada, in cui avvenga un passaggio sereno all'adultità che non è solo responsabilità ma anche profonda condivisione e tante belle cose. Nel passaggio dobbiamo riappropriarci poi della differenza di ruoli e responsabilità tra adulti e bambini, bisogna diventare adulti capaci di mettere i confini affettivi necessari per crescere figli sereni. 

Osservando i bambini di oggi, mi viene in mente un libro che ho letto su una principessa araba e il trattamento che i maschi suoi fratelli subiscono: essi vengono cresciuti nel nome dell'onnipotenza e imparano a costruire solo relazioni di sfruttamento e convenienza. Apparentemente si sentono gratificati e, per mantenere l'illusione della gratificazione, perseverano nell'errore. Non essere amati per ciò che si è, ad ogni modo, li frustra e la frustrazione alimenta, in un circolo vizioso, il loro desiderio di prevaricazione. Non sanno chiedere e ottenere niente in altro modo. A loro tutto è dovuto e possono decidere della vita degli altri. Ma non hanno compagni di vita con cui condividere emozioni profonde e tenere, solo schiavi e servi del proprio piacere, da sottomettere per sentirsi grandi. Ecco, non vedo molta differenza con certi bambini occidentali 'qualunque', nel senso, non figli di sultani o principi, che sono autorizzati a comandare a bacchetta i genitori, che si vedono assecondare fino all'inverosimile e che poi feriscono gravemente altri bambini solo perché questi non facevano quello che loro volevano, o per semplice noia. 

Altra riflessione: ci indigniamo per ciò che ci sembra brutto degli altri ma diverso dal brutto nostro quando siamo pieni delle stesse schifezze, solo camuffate. Non abbiamo la schiavitù solo perché non la sappiamo riconoscere nella sua veste occidentale. Ci servono gli schiavi degli altri per indignarci e gli altri ci servono per dirottare su qualcuno diverso da noi il disprezzo che abbiamo per noi stessi e che non possiamo sopportare di affrontare. Maledetta colpa.

Riflettiamo gente, riflettiamo.

In vent'anni di lavoro ci sono psicomotricisti relazionali che hanno riscontrato che è sempre più faticoso riuscire a fare gruppi di bambini di sola educazione e prevenzione perché sempre di più arrivano bambini in difficoltà che non sanno stare con gli altri senza aggredirli o senza richiedere l'intervento costante dell'adulto per qualsiasi cosa e tramite trasgressioni e aggressioni.

In gruppi di bambini di 5 anni è possibile vedere i primi germogli del bullismo: il leader incapace di stare in relazione trova un gregario con problema simile da cui sentirsi riconosciuto e che riconosce e insieme buttano a terra e prendono a calci uno più piccolo o fragile solo perché invidiosi della capacità di questo di giocare normalmente con i coetanei.

Ma genitori, ma cosa state facendo? 

Il bullismo non è un virus. Non c'è un vaccino contro il bullismo. Non potete vaccinarvi né vaccinare i vostri figli, neppure in questo periodo di delirio vaccinale. Dovete fare qualcosa per impedirlo: prevenire con una buona educazione.

Adesso, così sembra che i genitori siano la causa dei problemi dei figli...Basta pensare che quando si fa terapia, i traumi importanti vengono quasi tutti dalla famiglia. 

Forse allora è per questo che in pochi hanno il coraggio di andare dallo psicoterapeuta. Sia perché scoprirebbero quanto i propri genitori hanno sbagliato, sia perché lo sbaglio è vissuto molto male per educazione, sia perché potrebbero scoprire di fare anche loro male ai propri figli.

Allora non se ne esce?

Mah, non se ne esce finché non si fa qualcosa per cambiare. Se ci si rimbocca le maniche e si lavora bene, allora poi le cose si aggiustano.

Il modello siete voi! Poi potete pensare che sia la scuola ad educare...ma non è così. Adoperatevi per cambiare. 

I politici, la società, il governo sono fatti di persone, di quelle persone che crescono nelle nostre famiglie educate da noi. Tutto è collegato. Se siamo governati da un 'imbecille' dipende da noi, non dall'imbecille...se non in parte se questo è mafioso, ovviamente. Se siamo rappresentati da un opportunista, egoista, narcisista, temo che si possa tranquillamente realizzare che forse così siamo noi nell'insieme. Poi qualcuno un po' meglio c'è, come c'è sempre stato. Persone capaci di amare e rispettarsi e rispettare gli altri. Bisogna invertire la tendenza però. A cominciare da casa propria.

Buon lavoro a tutti.

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28 gennaio, 2018

YELLOW SUBMARINE

Nella città di mare in cui sono cresciuta, c'era un uomo che faceva il nostromo e che era un eroe perché in vita sua aveva salvato un sacco di persone. Era saggio e sapeva molto del suo mare e della sua gente. In condizioni avverse o problemi di corrente era concentrato ma quando si rivolgeva a qualcuno era sempre allegro ed educato; una missione dopo l'altra, riusciva sempre a salpare e a portare a conclusione ogni più svariata operazione. Si prendeva cura del suo equipaggio e lo rassicurava che, sopra le onde, splendeva sempre il sole e che, finché ci fosse stato lui, lo avrebbe accompagnato, sicuro, a destinazione.

Era una persona gentile. Una mattina di inverno mi aveva vista sbucare da dietro l'angolo, di corsa, scapigliata e con la giacca in mano, un attimo dopo essere partito. Così si è fermato e mi ha raccolto, quella prima volta. E tutte le successive: prima di partire, chiudeva le porte e poi contava qualche secondo ed io, immancabilmente, sbucavo da dietro l'angolo. Avevo una precisione svizzera nel mio ritardo. E lui sempre mi ha aspettato. Così ho evitato tante di quelle note, prediche e scenate che solo per questo avrei dovuto fargli un regalo. 

Un pomeriggio d'estate, quando era già finita da un po' la scuola, corro per prendere il filobus sulla stessa linea ma ad un'altra fermata per andare al mare. Cavolo, sono in ritardo, sbuco dalla traversa di casa e mi lancio in mezzo alla strada per farmi vedere, senza troppe pretese; ma l'autista...l'autista è Lui! Il Nostromo! Ed anche se era appena partito, ancora una volta, si ferma e mi apre le porte; mi riconosce e, ridendo, mi dice: Ma anche d'estate e di pomeriggio...ma allora è un vizio! 

E' di buon umore e io allora mi sento felice. Chiude e mi porta al mare.  

Io penso di aver finito le superiori anche grazie a lui, al suo sorriso e alla sua disponibilità emotiva. Alzarsi all'alba e correre a perdifiato tutte le mattine non avrei potuto sopportarlo se quell'autista mi avesse anche sgridato o lasciata lì, come han fatto altri, alcuni furibondi. Penso che avrei fatto come molti studenti in bilico...forse avrei forcato e avrei sofferto molto di più l'ira funesta di mia madre. Oppure mi sarei imbarcata altrove...e chissà come sarebbe stato. Intanto ho finito la scuola in tempo e questo mi ha salvato da tanti, tantissimi problemi ulteriori. Una figlia bocciata oltre che ritardata, in casa, non l'avrebbero sopportato.

Grazie Nostromo.

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26 gennaio, 2018

APOLOGIA DELLE PULIZIE

Quando di leggere o studiare, di fare sport, di uscire, di poltrire non si puo' fare...capita di ritrovarsi a pulire! E non ci si deve vergognare. 

Anche se non siamo seguaci dei nostri predecessori...anche se giudichiamo male i maniaci dell'igiene...può capitare. 

In fondo pulire con la musica e l'olio di gomito può essere considerata una attività fisica, soprattutto se si eseguono i gesti con propriocezione, senza massacrarsi...anche se, a volte, pure massacrarsi ha il suo senso. Certo, tutto si mette automaticamente in conto...ma bisogna pur trovare un compromesso tra il disagio esistenziale e quello che sarebbe meglio fare!

Così, anime in pena, pulite e gioite dell'attività benefica che state mettendo in opera. Non ascoltate gli integralisti che si sentono emancipati da questi usi obsoleti: andate avanti, fieri ed orgogliosi dei vostri esercizi.

Se sarete fortunati, la tensione che animava il vostro fare si allenterà e, alla fine, avrete pure la casa in ordine e pulita. 

Questo l'ho scritto soprattutto per me stessa...perché di personalità così contorte da sentirsi in colpa sia se puliscono che se non puliscono, non so se ce ne sono altre...

Ad ogni modo, dovrei sapere che il bene sta nel mezzo. Voglio dire...basta non fissarsi su una dinamica in particolare ma variare, assecondando lo stato d'animo. Forse, dopotutto, va abbastanza bene se, diversamente dalla vicina, riesco a sfogare anche in altro modo e non mi alzo come lei alle 4 del mattino per pulire tutto entro le 8 sbattendo scuri, tappeti, facendo lavatrici...

Però posso capirla, sì, posso capirla...una piccola parte di me sa che se quella esaurita non facesse così forse ucciderebbe e visto che condividiamo l'ingresso e sono praticamente la sua unica vicina...forse è il caso di accettare il compromesso...

L'unico ostacolo al confronto è la mia severa educazione al rispetto oltre che un reverenziale timore di scenate isteriche gratuite che mal sopporto...altrimenti potrei fare come mi pare, visto che le regole sembra averle abusivamente stabilite lei su come, quando, dove...ma forse è una mia proiezione...devo solo lasciarmi andare...

Quindi lunga vita alle pulizie...e speriamo di liberarci dal male!





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24 gennaio, 2018

BAMBINI

Nel caso vi venisse il dubbio...i bambini non lo fanno apposta a muoversi in continuazione con il preciso scopo di sfinirvi...sono programmati per rotolare, raddrizzarsi, gattonare ed esplorare!

Mi viene in mente il libro Il Bambino Filosofo di Alison Gopnik...

Buoni figli a tutti!

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OROSCOPO DI (S)CONSOLAZIONE

ACQUARIO 18/24 Gennaio 2018 Rob Brezsny
"Quando si chiude una porta, se ne apre un’altra” diceva l’inventore Alexander Graham Bell. Ma spesso continuiamo a guardare così a lungo e con tanto rimpianto la porta chiusa da non vedere quella che si è aperta. Tienilo presente, Acquario. Prenditi tutto il tempo necessario per piangere su un’opportunità perduta, ma non più del tempo necessario. L’alternativa a quello che non c’è più si presenterà prima di quanto credi".

A me più che una porta si è chiuso uno scuro...sul dito...e il nuovo lavoro è stato per ora solo rimandato...non ho fatto a tempo a rimpiangere niente...a parte quello che avrei potuto svolgere nel presente per guadagnare qualcosa in questa epoca di precariato.

L'alternativa...la desidero fortemente...almeno il tempo necessario per pagarmi le spese di questo periodo un po'...infortunato. E poi magari un universo parallelo dove anche io trovo il mio posto e riesco a vivere di quello che sono.




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CONIGLI E PAESI DELLE MERAVIGLIE

Nodo delle Guide Doppio con Frizione,
detto Coniglio.
L'altro giorno gironzolando sono passata vicino all'ingresso di una grotta nota e, con la testa infilata dentro a quella particolare tana, ci ho visto un coniglio. Così ho riflettuto (con ritardo) che tra noi e un paese delle meraviglie c'è spesso un coniglio che, appena prima di sparire inghiottito dal buio, si gira a guardare verso l'ingresso. Quando la nostra vista si è adattata all'oscurità, possiamo vedere il suo musino e le sue orecchie lunghe. Poi, via, cominciamo a scendere inseguendo la sua coda, giù nell'abisso, dove l'avventura chiama.

Alice non era altro che una speleologa. E le grotte, per alcuni, sono dei paesi delle meraviglie!

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23 gennaio, 2018

SI PUO' FARE DI SDRAMMATIZZARE?

Dopo aver visto lo stato del mio dito ricucito...il mio medico e la sua infermiera non han potuto trattenere orrore e spavento e, dopo qualche eterno secondo di silenzio sgomento, mi hanno solo detto che...'sì, ecco, per recuperare (forse) ci vorrà del tempo'. 

Quando hanno alzato lo sguardo e mi hanno trovata con la testa appoggiata sulla scrivania pallida come un cencio...han deciso di sdrammatizzare l'avvenimento: insomma, potrebbe essere peggio di così...

Con calma, dignità e classe...ho preso bene l'informazione...


...ed ho deciso pure io di sdrammatizzare! Forte dell'incoraggiamento, ho sentito profondamente che ogni cosa andrà bene, contro ogni previsione! Che recupererò la funzionalità del mio dito così grossolanamente ricucito. Perché si può fare, vero, di recuperare?


Infine, dopo aver fatto un giro sul lettino perché per l'emozione vedevo tutto nero...ho salutato e mi sono appropinquata all'uscita non prima di qualche strana cerimonia che nascondeva il mio bisogno di rassicurazione e tutta la mia sostanziale paranoia...in fondo non so neppure io a cosa sto andando incontro...


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ESISTERE...MA CON RISERVA

Raggomitolata in una nicchia della montagna, spio da lontano la mia terra. I miei ricordi, i miei pensieri e le mie emozioni sono tutti pieni di chiare contraddizioni. Senza sforzo né dolore, quasi fosse il principio di una commedia, vedo il mio passato dispiegarsi su quella magnifica scena. Il golfo, le falesie e quei luoghi da me adesso temuti, si animano armoniosamente dei tanti miei vissuti. E mi rivedo giocare divertita, una protagonista attiva di quella mia strana vita: ricordo le immersioni, le arrampicate, i giochi con la deriva e tutte le avventure che mi hanno aiutato a sentirmi viva.

Peccato che a me non siano cresciute le radici, ma così era scritto nei miei geni infelici. Nonostante tutto sono riuscita a garantirmi quel tanto nutrimento che bastasse per sopravvivere alla mancanza di accudimento. Lasciati troppo a lungo da soli con sé stessi, si rimane poi sempre troppo esposti al rischio di perdersi negli eccessi.

Non mi sono mai integrata nell'ambiente in cui sono cresciuta. Per certi versi, così, mi sono salvata ma neppure mi sono 'sistemata'. Così è stata la mia vita: in salita e precaria fin da subito e di difficile interpretazione. Anche felice ma sofferta e piena di paure.

I miei genitori mi hanno concesso di esistere, sì, ma con riserva: troppo presi da loro stessi mi hanno messo al mondo e poi abbandonata sulla panchina di chi, inutile, aspetta e osserva. 

Così mi sono sempre sentita: uno spettatore che ad entrare nel vivo del gioco non è autorizzato, che diviene ogni giorno più estraneo in quel difficile mondo in cui è solo appoggiato.

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22 gennaio, 2018

ZITTI TUTTI

  
Non so di cosa possa essere stato capace l'amore materno e paterno di questi giovanissimi campioni per riuscire così bene ad individuare e canalizzare il talento dei propri figli...

Ad ogni modo non posso che emozionarmi di fronte a quella che per me è la perfezione! Ed erano perfette anche le atlete sotto di molti punti.

Stamattina mi sono svegliata riflettendo sul fatto che io non sono capace di regolare il traffico dei miei pensieri: sono loro che decidono quando sia il momento di essere pensati. E se io per caso mi sono assentata, che so, dormendo, ad esempio...loro mi appaiono in sogno. Insomma...non ho tregua!

Così penso a questa pattinatrice eccezionale; poi penso a me che con una testa così finirei per pensare una cosa inutile tra una piroetta e l'altra, una cosa qualsiasi, di nessuna importanza esistenziale ma prepotente perché autorizzata da anni di intrusioni nella mia attenzione dei pensieri inutili dei miei genitori. E finirei per cadere. E sarebbe così tutte le volte, non ci sarebbe una esibizione perfetta fino in fondo, mai. 

Non pretendo una tale capacità di concentrazione da non avere la minima esitazione...solo un po' d'ordine: momenti in cui dire 'zitti tutti' e poter decidere a cosa pensare senza essere travolta...

Buona concentrazione a tutti!

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18 gennaio, 2018

INCONSCIO E MALEFICIO

Mi sento insicura, fragile, emotiva. Vorrei essere perfetta, non provare questo senso di inadeguatezza e venir riconosciuta capace e confermata da chiunque per ogni mia insicurezza. 

La mia emotività è sempre esagerata e, quando devo prendere impegni, so già che devo un po' forzarmi, perché tanto sotto una certa soglia difficilmente scende, a meno che non faccia quella cosa già da molti anni...ma basta poco a stressarmi.

Così vivo divisa a metà: una metà bella, solare, intraprendente, che si mette in discussione, che si dà da fare; l'altra brutta, triste e reticente, che ha bisogno di conferme e che si ritira dalle situazioni facilmente.

E poi c'è il mio inconscio che, come tutti gli inconsci, manda messaggi...non molto chiari a dire il vero. Probabilmente, poveraccio anche lui, ascolta le due parti, in entrambe si immedesima e per questo mi invia segnali contraddittori. Vai, è il momento! E un attimo dopo: Ma cosa fai, non senti la strizza al petto? E poi: Forza, che aspetti?! E di nuovo: Torna indietro, siam mica matti!!!

Che fatica. Che impresa vivere. Anche perché se non trovo il giusto compromesso quello si incazza. La normalità lo vuole comunque sofferente e acciaccato ma se lo stresso si dà per devastato e mi distrugge con dolori di ogni tipo, uno stato di affaticamento costante e, se non basta, mi distrae affinché mi ferisca e debba fermarmi per forza. 

Per caso c'è un medico tra il pubblico? Se gentilmente mi informasse se sapesse di patologie con un nome e una soluzione a cui questi sintomi potrebbero rimandare...

Comunque...ogni tanto, nella baruffa generale, il mio inconscio mi colpisce per bene.

Così è successo ieri: vado per chiudere gli scuri, mi distraggo e SBAM, il primo che ho smollato si chiude con violenza sulla mia mano appoggiata al davanzale.

Nelle mie varie esperienze di vela non ho mai neppure preso in testa il boma. Neppure strambando che è la manovra che mi riesce peggio. Mai avrei pensato di venire ghigliottinata da uno scuro...eppure il principio è lo stesso.

Ad ogni modo...faccio a tempo a togliere la mano prima che il vento ricarichi la raffica e mi colpisca di nuovo; temo di essermi spezzata almeno un dito. Non riesco neppure a parlare, il sangue comincia a sgorgare e svengo sul divano. 

Dopo un po' mi riprendo, sopporto male di aprire e guardare e mi accompagnano al pronto soccorso. 

Non passa molto che mi fanno una prima medicazione, poi una lastra e infine mi richiamano dentro per controllare: mi fanno l'anestesia, aprono ulteriormente la ferita ormai lacerata e ben aperta e sistemano il tendine. Infine mi cuciono e torno a casa.

Voglio dire...c'era bisogno di questo casino? Solo perché avevo frignato tutto il giorno con me stessa che non me la sentivo di prendere nuovi ingaggi di lavoro? 

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PAUSA DI INCORAGGIAMENTO


Mah, speriamo...

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17 gennaio, 2018

GENIO E DIVERTIMENTO


Nel condominio dove abitavo con mia madre, il vicino di sopra era (è) musicista e suonava il contrabbasso. Dovete immaginarvi una cosa così come nel video sopra...ogni tanto nel silenzio...lui cominciava a suonare...e io mi fermavo ad ascoltare.

Io non ho una cultura musicale; i miei (in senso lato: madre e nonni materni), se l'avevano, non l'hanno condivisa più di tanto con me, ma dubito...comunque non hanno voluto che mi avvicinassi alla musica da bambina perché non ero un genio...dopotutto, ho ricevuto una pianola giocattolo in regalo e io non sono stata all'altezza delle aspettative. Mi hanno detto: 'vediamo cosa sai fare'. Stavano pensando a Mozart. Mio nonno era ossessionato dal genio e lo ricercava in me. Per una questione di riscatto personale, dovuto, ovviamente, alla sua storia familiare.

E dire che avevo subito imparato a suonare la musica della Barilla! Ma non facevo nessuna improvvisazione particolare, niente che facesse pensare che valessi la pena di investire soldi e tempo. 'Abbiamo provato, ma non hai il genio, quindi è inutile insegnarti a suonare uno strumento'...

Mio nonno purtroppo non concepiva l'idea di imparare per divertirsi. Tutto doveva essere funzionale...E voleva la perfezione, altrimenti non valeva la pena fare niente. 'A che serve?'. 

E io come te lo spiego?

Ad ogni modo, alla scuola materna avevano pure chiamato mia madre a vedere i miei disegni perché dicevano che ero sopra la media: forse un genio! Panico generale. Non l'avessero mai fatto. Mio nonno da quel momento mi ha messo alla prova con più convinzione: perlomeno, adesso, si sapeva il mio campo d'azione! Mi proponeva di rappresentare delle cose per lui complesse per un bambino...lui geometra che progettava strade...mi faceva interpretare delle gallerie, ad esempio...uno dei miei disegni l'ha persino appeso al muro nel suo studio...un onore...ma sentivo una certa pressione...

Poi qualcosa è successo. Deve essere successo qualcosa perché, mi ha detto, che fino a 6 anni, secondo lui, ero fuori dal comune ma poi il mio dono è come andato perso! Via, si è volatilizzato, è scomparso. E così niente scuole dove disegnare. Alle superiori un bel liceo scientifico che apre tutte le strade. Lui diceva di capire solo i numeri e mi insegnava la matematica e il disegno tecnico. Forse era il suo modo per parlarmi. Sperava di trovare un linguaggio comune. Ma io non ho mai imparato ad esprimermi e, un fallimento dopo l'altro, sono stata una delusione. 

Oggi che ha 86 anni l'ho convinto io a scrivere un diario. C'è voluto un anno di sottili manipolazioni da parte mia per convincerlo ma l'impegno e il tempo hanno ripagato e adesso si diverte, mi scrive, mi dice che lui ha sempre scritto numeri e che non ci aveva mai pensato di poter scrivere racconti. E ne è felice e compiaciuto. Avrà forse scoperto il genio in sé stesso? Non ci voglio pensare...Comunque finalmente ci capiamo e riusciamo a comunicare. 

A differenza di mio nonno, che mi trattava come avesse avuto a che fare con un adulto ma con affetto, mia madre invece mi ha sempre presa in giro ed è sempre stata invidiosa di me. Mi aveva smollato ai nonni ma poi era gelosa di quanto ricevessi. Quindi il patto inconscio era che io avessi solo ciò che era necessario o che a lei non interessava. Comunque, io da bambina non so se sono stata un genio ma da un certo momento in poi ho sicuramente disegnato come tutti i bambini: all'inizio, testoni e grandi mani piene di ditini, una striscia per il prato in basso e una per il cielo in alto...e mia madre ricordo che ne approfittava per riprendermi e spruzzarmi un po' del suo disprezzo: 'Insomma, ma non vedi che abbiamo solo 5 dita e non tutte quelle che disegni tu?', 'E' ridicolo il tuo disegno!'...fino a darmi della ritardata. Accidenti...dalle stelle alle stalle! Un semplice 'normale' sarebbe andato bene.

Così, il mio primo lutto importante fu quello per il mio primo dono perso e per il lutto che ha vissuto mio nonno di conseguenza. Non so chi abbia sofferto di più all'epoca, io so solo che questo dispiacere ha contribuito a condizionare la mia sicurezza in me stessa e una parte della mia vita. Comunque...

...cose che vanno e cose che restano! Perché da bambina qualcosa mi è stato concesso: imparare a sciare, ad esempio. Per mio nonno in quello ero dotata e comunque lo sport si sa che è importante nella vita. Via coi cugini, alle mie prime rimostranze aveva subito decretato che non era cosa; poi gli è stato detto che così fanno tutti i bambini, le prime volte...bisogna provare un po' prima di desistere. E lui ha ascoltato, poi imparare facile ha aiutato, così come appassionarmi da girare da sola per le piste e gli impianti per tutto il giorno, instancabile. Ma ho ricevuto fiducia e mi sono divertita e finalmente ho potuto sfogare in qualche modo lo stress della mia vita. Ogni tanto incontravo mio nonno sulle piste o nei rifugi durante le tempeste...voleva sapere se ero stanca e volevo rientrare. Ma io sciavo fino al buio e con qualunque tempo e lui mi lasciava fare. In quello le nostre nature si sono incontrate: non sprecavo un minuto, né una lira dell'investimento fatto su di me in quel momento, anche se per me, era chiaro, non avrebbe mai portato ad un riconoscimento. Con la mia emotività neppure le gare della scuola potevo fare. Eppure mi veniva concesso. Per lui 'avevo quel quid', come mi diceva, e ciò bastava a giustificare la spesa e, aggiungo, il suo sacrificio!

Anche questo mi ha condizionato nella vita, in positivo però e ancora oggi mi diverto, ovviamente quando gli altri miei traumi me lo concedono.

Insomma, la vita è un bel casino, c'è continuamente da imparare, da scoprire parti di sé stessi e le cose si possono sempre aggiustare, più o meno. Ad ogni modo, è tutto talmente complesso che non si può dare quasi mai niente per perso! Perché ci si può ritrovare un giorno a fare qualcosa a cui si era rinunciato, proprio come faccio io adesso. Ci si può prendere delle pause di riflessione...per ascoltarsi, ritrovarsi e, così rinnovati, proseguire. Ed è importante fare per star bene.

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16 gennaio, 2018

EBBREZZA DA CAPPUCCINO

Da quando non mi fa più andare in bagno, il cappuccino mi va tutto al cervello. Ha un effetto antidolorifico e felicitante: provo una sorta di ebbrezza leggera, un principio di narcosi d'azoto...come quando in immersione scendevo sui 40 metri e improvvisamente quel fastidioso dolore alla pinna, quel punto di freddo, quell'indolenzimento alla schiena passava e sorridevo mentre cercavo di ricordare qualche cosa a memoria per controllare di non esagerare con la gioia. 
L'ebbrezza da profondità e l'effetto del cappuccino sul mio cervello sono molto simili. Il secondo è anche abbastanza facile e pratico procurarselo all'occorrenza, per mia fortuna...
Sono felice di aver trovato una droga efficace, legale e adatta alle mie tasche. E che la mia dipendenza sia tutto sommato...leggera. Purtroppo, nella nostra cultura della sofferenza e della colpa, se qualcosa può fare molto bene, togliendo potere a chi troppo vuole, lo dichiarano illegale: o paghi un prezzo alto in salute e denaro o non è concesso di procurarsi senza conseguenze un sollievo...ovviamente per alimentare il circolo vizioso del consumo e dello sfruttamento. 

Mi accontento del cappuccino per il momento: sono davvero fortunata che mi basti un po' di caffè e latte ogni tanto per sentirmi sollevata.

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PANE, AMORE E...SINDROME DI STOCCOLMA


Musica di Kaspar Kaae: IT ALL ENDS HERE

Forse la sindrome di Stoccolma è quanto di più umano possa capitare nella vita di qualcuno. Identificarsi, empatizzare, regredire, sentirsi compresi...potrebbe essere terapeutico, stimolante nuovi stati ed emozioni rispetto al solito...

Sentirsi fragili e bisognosi di fronte a qualcuno che, nella situazione di rischio in cui si trova, a tutto dovrebbe pensare fuorché a te e che invece, sorprendentemente, appena ha un attimo, ti fa sentire compreso e, a modo suo e come può, cerca di metterti a tuo agio, si preoccupa del tuo benessere...può essere una esperienza davvero intima e forte. 

Potrebbe capitare di accontentarsi di questo surrogato dell'amore e sentirsi bene, come forse avremmo dovuto sentirci innanzitutto con i nostri genitori: complici, vicini nel bene e nel male...se solo ne fossero stati capaci al momento opportuno, quando invece erano distratti, nervosi, fragili, emotivamente non disponibili e incapaci di capirti...

Che esseri complessi, delicati e preziosi che siamo...

Io credo di aver provato qualcosa di simile alla sindrome di Stoccolma nel rapporto con mia madre. Questo nonostante lei non fosse per niente comprensiva durante i suoi attacchi, nonostante venisse spesso accecata dal delirio di onnipotenza e quando ci dava giù andava ben oltre il 'necessario' con espressione di pura cattiveria e sottile godimento. E nonostante lei abbia trasformato me, un bambino vero, in un burattino, ho partecipato empaticamente alle sue sofferenze e le sono stata grata nei rari momenti di tregua come solo un sequestrato potrebbe esserlo nei confronti del proprio aguzzino di fronte, che so, ad una premura, ad un gesto affettivo, ad un pensiero non distruttivo, ad un aiuto in una qualche difficoltà, al risparmio della vita quando avrebbe potuto annientarti senza pietà. 

Quando mia madre si è lasciata prendere un pochino troppo la mano in questo giochino di potere e io non ero più una bambina così facile da manipolare e ricattare, non c'è stata sindrome a trattenermi dall'andarmene e dall'abbandonarla al suo destino. E, per quanto potrebbe dispiacermi vederla trucidare da un esercito armato fino ai denti venuto a liberarmi, non credo che cercherei di fermarli e camminerei dritta, senza voltarmi.

Penso che le premesse per la sindrome di Stoccolma siano le nostre fragilità e debolezze. Mi sono sempre stupita quando in certi film o racconti, il sequestrato, magari ragazzino, scappava senza preoccuparsi della sorte che sarebbe toccata al sequestratore 'buono'...ma, in quel caso, quel bambino era molto amato e conosceva bene la differenza tra giusto e sbagliato, sapeva che i suoi genitori stavano soffrendo, ne era certo, perché aveva conosciuto il loro amore profondo e nulla poteva assomigliare a quello nel rapporto con un 'buon' rapitore. Ho la sensazione che una persona equilibrata, che abbia conosciuto l'amore vero dei propri genitori, forse non avrà mai bisogno della sindrome di Stoccolma neppure per sopravvivere psichicamente ad un sequestro: resisterà, sopporterà ma, alla prima occasione, semplicemente si sottrarrà al rapitore, magari con qualche emozione di dispiacere e compassione per lui, sofferente e disperato, ma senza senso di colpa o 'amore' a complicare la questione. 

Durante un film, io spesso empatizzo con i sequestratori gentili e rispettosi, che, nonostante la posizione di superiorità non si lasciano andare al delirio di onnipotenza quando invece potrebbero, eccome; con quelli che danno la loro vita piuttosto che uccidere un ostaggio...che rinunciano a scappare per salvare la tua di vita se stai male e dipendi da loro...anche se ti hanno sfasciato la casa e hanno spaventato a morte la tua famiglia...ma per quanto mi immedesimi, sono fuori dalla scena...e continuo ad offrire comprensione alle persone che lo chiedono in modo sbagliato, che esagerano, che sconfinano e mi depredano.

In certi film forse è il regista per primo che ha la sindrome di Stoccolma verso il suo personaggio...a volte pure il poliziotto ce l'ha e fa di tutto per garantire il sequestratore che in parte comprende e vorrebbe sinceramente aiutare...quante emozioni in gioco e come esce spesso triste il quadro generale della società e della giustizia reale...

Forse il bambino rapito del film In Ordine Di Sparizione prova un sentimento di attaccamento per il sequestratore perché con lui ha sperimentato un primo vero sentimento di protezione e amore, come non era successo col suo vero padre. 

Mia sorella pare abbia assistito da bambina ad un sequestro e una rapina a casa dei nonni paterni dove viveva; l'aveva parcheggiata lì nostro padre, era piccolina. I nonni li hanno legati e imbavagliati, una cosa seria. Lei si nasconde sotto un letto e sente dire 'fate attenzione alla bambina'. Riconosce la voce e a chi la trova lì sotto e la rassicura dice che erano gli amici di papà...venuti a portar via una fortuna...

Per forza se hai una famiglia così poi ti trovi il moroso pazzo invasato e non te ne accorgi neppure quando ti ha maltrattato...

Va bé...vado a dormire, sono entrata in risonanza e sto degenerando. Buona notte a chiunque stia leggendo...

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15 gennaio, 2018

PERCHE' L'ANIMA PRENDE FUOCO...


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ACQUARIO

L'oroscopo di Lupo Alberto è l'unico che ricordo di aver letto in vita mia, sempre lo stesso e con la regolarità con cui si reciterebbe un mantra solo perché stampato sulla ceramica della tazza con cui ho fatto colazione per tutta la pre e adolescenza; esso riportava la formula: non ho legami, non ho padroni, non voglio spintoni: sono libero come l'aria; un oroscopo del genere se diviene un mantra mormorato con corretta intonazione regolarmente, non può non avere influenze sulla vita di un adolescente...

Comunque, dopo tanti anni ad aggiustare le conseguenze della mia inconsapevolezza, per caso, ieri sera mi sono imbattuta nell'oroscopo di Rob Brezsny che pare avere un grande successo tra fiduciosi e scettici per i suoi pronostici ottimisti e incoraggianti.

Poiché mi è sembrato divertente, sdrammatizzante e positivo, ho deciso di condividere con voi quanto ho letto del mio oroscopo...non si sa mai che qualcuno avesse bisogno di un incoraggiamento, di una conferma volante per partire o continuare con più decisione sulla strada scelta.

Visti gli effetti 'speciali' dell'oroscopo di Lupo Alberto sulla mia vita...mi raccomando, gettate eventuali tazze di quella serie ed escludete, tra quelle che vi verranno, le idee troppo estreme, confrontatevi sempre con la realtà trovando l'equilibrio con essa e solo dopo agite...io ancora fatico a mettere i piedi in terra oppure mi ci sfracello improvvisamente travolta dalla forza di gravità...insomma, cercate un compromesso accettabile. Ovviamente sto parlando a me stessa e a chi mi somiglia...

Leggiamo allora Rob Brezsny a proposito dell'Acquario:

28 Dicembre 2017/ 3 Gennaio 2018
C'è qualcosa di leggermente immaturo nel tuo atteggiamento? Sei rimasto in qualche modo un dilettante o un apprendista mentre ormai dovresti e potresti essere un professionista? Stai ancora esplorando un campo in cui dovresti essere un esperto o un maestro? Se la risposta a una di queste domande è sì, i prossimi mesi saranno il periodo ideale per crescere, salire più in alto e impegnarti di più. Ti invito a considerare il 2018 l'anno in cui spacchi il culo a te stesso.

4/10 Gennaio 2018
"Sventola la bandiera della tua diversità" era una espressione tipica della cultura hippie degli anni sessanta e settanta. Era un modo colorito per dire: "Cerca di essere unico e originale, mostra le tue eccentricità con disinibito orgoglio". Nel 2018 ti propongo di resuscitarla e farla tua. Ho il sospetto che i prossimi mesi saranno un periodo favorevole per coltivare le tue peculiarità e fidarti dei tuoi straordinari impulsi. Dovresti concederti la massima libertà di esplorare nuove idee e bizzarre inclinazioni. Paradossalmente, se lo farai, migliorerai in modo duraturo e stabilizzante la tua vita.

11/17 Gennaio 2018
Stai per affrontare un rito di passaggio che potrebbe e dovrebbe segnare l'inizio di una vita più intensa. Sono lieto di informarti che questa transizione non comporterà tormenti, confusioni o manipolazioni passivo-aggressive. Anzi, credo che si rivelerà una della prove più piacevoli che tu abbia mai affrontato, e un prototipo delle conquiste che spero diventeranno la norma nei prossimi mesi e anni. Immagina di poter imparare lezioni preziose e fare cambiamenti cruciali senza lo stimolo del dolore e della sofferenza. Immagina di poter dire come la musicista PJ Harvey: "Quando sono contenta sono più aperta all'ispirazione. Quando mi sento al sicuro e felice sono più creativa".

In giro trovate tutto anche sugli altri segni. 

Buon divertimento, buone responsabilità, buone scelte e decisioni, buona follia, buona giornata e buona vita a tutti!

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13 gennaio, 2018

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA...DELL'INCONSAPEVOLEZZA


Sono a zonzo per le montagne del Montenegro da tutto il giorno; arrivo a sera stanca e soddisfatta e sul sentiero del ritorno incontro il gregge dei pastori nella cui valle con la mia tenda dormo. Il gregge è immenso e il sentiero stretto; uno dei pastori mi vede e mi fa segno di passare.

Io mi faccio largo tra le pecore e, avvolta nella lana, passo sicura; qui e là, mimetizzati ci sono i cani da pastore, grandi, grossi e pelosi e faccio attenzione a non disturbare; poi ne incontro uno che conosco, che, al campo, alla sera, viene sempre a salutarmi, si fa accarezzare e sta insieme a me fin quando non torna a lavorare. Lo saluto, gli parlo in falsetto, Ciao bello, come stai? E lui ringhia, Sei proprio un bravo cagnolino, sai? Cavolo, chissà come sei stanco dopo una giornata dietro alle pecore! Grrrrrrrrr. Sì, sì, lo so che non puoi parlare sul lavoro...Forza e coraggio, tra poco sarai a casa e potrai riposarti! Passa a trovarmi! Nel frattempo lo accarezzo affettuosa, gli sprimaccio il pelo e lui mi ringhia ancora!

Alla fine lo saluto calorosamente, svicolo tra due file di pecore e sorpasso il gregge; i pastori mi sorridono stupefatti.

Appena sbuco dal bosco la madre dei ragazzi che accompagnavano il gregge mi viene incontro e mi chiede come sto un po' in inglese, un po' a gesti: Tutto bene? I cani non ti hanno aggredita? (Sottinteso nello sguardo: Ma non lo sai che non si passa in mezzo ad un gregge?! Che è pericoloso? Che questi cani proteggono il branco da chiunque si avvicini o rappresenti un pericolo? Ed io rispondo sempre con lo sguardo: Certo che lo so ma, con mia grande sorpresa, ho ancora fiducia nell'umanità e se il pastore mi fa segno di passare penso che non ci sia pericolo...che pure i cani lo capiscono...che sono innocua e forse sono come i bambini...tu gli parli e ci si intende ad emozioni...). 

Va bé, è andata...

Mi guarda come se non potesse credere ai suoi occhi, indecisa se arrabbiarsi coi cani che non mi hanno sbranato come avrebbero dovuto o con me che avrei potuto essere sbranata con tutti gli inconvenienti del caso...per fortuna finisce tutto a latte crudo, formaggio fresco e un pezzo di baklava che così buona in nessuna pasticceria si trova. 

Il cane che importunavo, dal canto suo, avrà pensato che dovessi essere completamente scema per comportarmi in maniera così sprovveduta e, forse, se mi avesse morsicato, lo avrei potuto pure contagiare! 

Dal canto mio, l'avevo 'solo' scambiato per il suo gemello buono che, appena uscito dal bosco è venuto a salutarmi con dietro quell'altro lì identico a lui che mi ringhiava ancora...quest'ultimo stavolta ringhiava bofonchiando di stupore: oltre alle bastonate, gli umani possono elargire anche tenerezza e questa non sembra poi così male; inoltre forse di questa scema ci si può pure fidare, che dietro la coccola non nasconde il bastone...ma poi ha preferito rimanere fedele al suo copione e tornare a ringhiare altrove.
Olivya in Montenegro

A volte, ad essere inconsapevoli e, per questo, fiduciosi, per caso, ci si salva e si arriva pure prima a casa. E ci si fa amico un potenziale aggressore. Nei giorni seguenti, mentre il gemello buono veniva a farsi coccolare, lui si avvicinava a due metri e ringhiava di voglia di coccole che non osava farsi fare e mi seguiva anche a fare la pipì...ancora qualche giorno e...chissà...magari facevo un gesto sbagliato e zomp, mi ritrovavo bistecca. 

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