17 marzo, 2018

IL MIO SUPERPOTERE

A volte la tristezza mi avvolge e immobilizza, come una fitta nebbia; mi sento intorpidita e priva di consistenza...e in questo stato mi è difficile ogni cosa. Così chiudo gli occhi, metto su un po' di musica, cerco di fare uscire le emozioni...la rabbia, la tristezza, la paura, le stesse che ho raccolto in questi giorni, di cui adesso sono piena: avverto una certa pressione dall'interno ed ho bisogno di lasciar andare qualche cosa.

Com'è difficile in questi momenti, quando ti senti un tutt'uno con i tormenti tuoi e degli altri...

Ma lunedì torno al lavoro e dentro me devo aver fatto uno spazio sufficiente per potermi fare carico di nuovo.

La musica prende il posto della nebbia e mi culla in un abbraccio caldo, ma non basta: istintivamente faccio resistenza; una parte di me vorrebbe che rimanessi in controllo. Ma resistere mi sfianca e vorrei essere lontana da tutto per sfogare meglio. Un bel paesaggio, un viaggio. Servirebbe a distrarmi, forse, non a sfogare tutto questo. Ad ogni modo, mi tocca di farlo qui dove sono e cercare di non ferire nessuno. 

La difficoltà è soprattutto iniziale: lasciare andare piano per non lacerarsi...che il dolore sembra grosso e si gonfia dei tanti dolori simili che risuonano al suo passaggio. Per sua natura si amplifica e rimbomba per darsi un tono ed essere sicuro di essere sentito, senza sapere che così spaventa e si rischia di negarlo.

Ma ad un certo punto succede che piango, forte, triste, arrabbiata...poi più calma e infine rasserenata.

E sto meglio. Qualcosa dentro di me sta già germogliando. 

E per un attimo rifletto su chi sono, con affetto. 

Riscopro pure la mia bellezza, dopo aver cercato a lungo di nasconderla, di ritirarla, nel vano e disperato tentativo di passare inosservata, di non essere oggetto di cattiverie o di invidie. E capisco che ci sarà sempre una ragione per essere invidiati, che non c'è modo di sottrarsi agli occhi di persone cattive e infelici...bisogna solo trovare le risorse dentro di sé per continuare a splendere anche nell'oscurità.

Allora penso e mi aggrappo forte ad ogni raggio di bellezza che emano e lo accarezzo, ci gioco e rido. Sono felice. 

In fondo, il mio superpotere è questa mia contorta sensibilità: da un lato, debolezza dolorosa perché mi rende fragile ed emotiva e, dall'altro, dono unico e prezioso perché mi rende empatica con i bambini e le loro difficoltà. 

E questo dono non può portarmelo via nessuno. E possono raccontarsela, che io continuo a risplendere anche quando sembro stanca, distrutta o sconfitta.

Non c'è modo di sottrarsi all'invidia, alla cattiveria...allora, me ne frego e mi circondo e vivo solo con persone che hanno superpoteri complementari o affini, con cui ci capiamo e ci ricarichiamo e stiamo bene insieme. Poi esco nel mondo, ogni volta con un po' più di coraggio, sapendo, adesso, di poter tornare al sicuro, molto presto.

Grazie amici.


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