22 giugno, 2018

NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

Immersione su relitto, qualche raccomandazione per tenere sotto controllo la narcosi d'azoto: fare a mente divisioni a due cifre, ripetere a memoria una poesia e non scendere a capofitto...

Scopro così che, a causa dell'analfabetismo di ritorno, non so più fare le divisioni neppure a casa con carta a penna, figuriamoci a mente: i dubbi mi assalgono, i numeri scappano, il mio cervello è fuori forma!

Realizzo pure che non so neppure granché a memoria, niente di completo.

Prendo atto dello stato di abbandono del mio povero cervello e decido che la narcosi d'azoto è un problema secondario: posso solo che migliorare e basta risalire un poco per tornare sobri!

Mi tuffo nel blu assoluto dopo aver visto i delfini giocare e incomincio a scendere: intorno a me si radunano i pesci in formazione a cilindro: ma quanti sono! Saranno già le allucinazioni? La mia discesa ha qualcosa di incantevole, forse sto raggiungendo il Paese delle Meraviglie! Poi, pian piano, inizio ad intravvedere in fondo al cilindro la sagoma scura della nave in assetto di navigazione avvolta come da un banco di nebbia: spettrale! La visibilità è eccezionale per la zona, l'ultima volta avevo sbattuto contro il relitto senza vederlo, completamente immersa in un liquido lattiginoso. Ma è ancora lontano, così mi giro a pancia in sù e guardo le bolle salire e la luce affievolirsi. Ho la torcia per dopo, voglio riaccendere i colori nel mare quando sarò giù.

Compenso bene e ne approfitto per arrivare nella zona a poppa sul ponte del relitto a meno 38: respiro aria, ho una bombola da 15litri, così il tempo di permanenza in profondità è abbastanza ridotto. Qualcuno racconta di averci trovato Pelizzari e di aver cominciato a risalire che l'uomo delfino era ancora giù in apnea... che smacco! Oppure, che ebbrezza d'azoto!!!

Raggiungo i fumaioli, ci guardo dentro: ci sono i gronghi che mi guardano con sospetto. 

Scendo ancora, il dolore alla pinna magicamente scompare e così pure il freddo: è certamente la narcosi che fa il suo effetto (persino meglio del paracetamolo!). Mi sento bene, direi allegra e, intorno all'erogatore, prende forma un sorrisetto.

In ogni pertugio ci sono pesci senza nome (per me) di tutte le forme e colori. Mi viene voglia di avvicinarmi agli squarci che aprono passaggi verso l'interno della nave... ma sono solo una turista e non mi improvviso esploratrice così, per il gusto di provare... giusto un'occhiatina, solo per immaginare...

A proposito, è il momento del check! Tento inizialmente una divisione a due cifre senza successo certo. Ma grazie all'azoto non mi deprimo! Poesia a memoria? (Ma ne ho mai studiate? Cavolo, se avessi dato retta a mio nonno!)... Niente, il deserto, solo frasi spezzate.

E ora come lo faccio sto check? Mi vengono persino in mente dei jingle di pubblicità... valgono? Ma guarda che carine quelle flabelline colorate...

Aspetta, c'è una cosa che forse posso ricordare: la filastrocca di Alice nel Paese delle Meraviglie!

Dunque, com'era?

Un dì, un coccodrilletto nel fiume discese, anzi... un coccodrilletto un dì discese, meglio, discese un dì nel fiume e a nuotar sorprese di pesci un bel banchetto, no, gruppetto... dischiuse poi le fauci, ma forse prima arrotava gli artigli, gli artigli suoi arrotò e, tutto arcigiulivo, anzi, probabilmente era tutto arcigiulivo appena visti i pesci, certo, i pesci si mangiò! Perché sicuramente se li mangiava, il brucaliffo era un sadico.

Allora, riordiniamo lentamente, mentre raggiungo la prua che sta qualche metro più sotto:

Il  coccodrilletto  nel  fiume  un  dì  discese  e  a  nuotar  sorprese  di  pesci  un  bel  gruppetto.  E  tutto  arcigiulivo  gli  artigli  suoi  arrotò,  dischiuse  poi  le  fauci  e  i  pesci  si  mangiò.

Sono quasi arrivata...

Il coccodrilletto nel fiume un dì dissese e a nuotar sorpese di pessi un bel gruppetto. E tutto arcigiulivo, gli artigli suoi attorrò, dissciuse poi le fauci e i pessi sci mangiò.

La ricordo, che emozione... tutto a posto ma forse è meglio cominciare a risalire!

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