29 settembre, 2020

INVERNO, PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO... E ANCORA INVERNO.

INVERNO: la storia comincia con una pandemia, fuori, e una anziana signora invalida, dentro, che si alletta alla fine di febbraio nel suo appartamento di un condominio. Al suo fianco il marito devoto. L'anziana signora ha una infezione e per questa ragione viene portata in ospedale. Le condizioni sono gravi. Arriva la nipote con il compagno. Nella casa sono presenti una strega e due gatti neri.

PRIMAVERA: L'anziana signora è tornata a casa ma le sue condizioni sono molto precarie. I mostri e i gatti neri si moltiplicano e si affollano al suo capezzale. Sono orribili e fanno male agli occhi così li chiude per non vedere, anche se è ancora costretta a sentire. La nipote manifesta sintomi di avvelenamento e si ritira con il compagno appena in tempoL'anziana signora si spegne. I mostri si disperdono. Qualcuno cerca di nutrirsi dell'anziano vedovo. La nipote è devastata.

ESTATE: L'anziano vedovo rimane solo in compagnia della strega. Un gatto nero si aggira nei dintorni della casa. Il vedovo è triste ma fisicamente sta meglio. Ha ricominciato a dormire dopo tanto tempo. La nipote soffre, fa brutti sogni. La strega... è una strega, indifferente.

AUTUNNO: L'incertezza domina la scena. L'Incertezza è cugina della Morte. La precede, la invita, è sua amica. La scena si divide in due: da una parte l'appartamento con l'anziano vedovo, la strega e il gatto nero che si aggira fuori della porta. E dall'altra un bosco dove vive la nipote.

E ANCORA INVERNO: La scena non è ancora stata girata. Il regista si è ammalato ed è stato ricoverato in ospedale. Forse guarirà. Se guarirà non girerà altre scene di questo film. Non si sente più lo stesso, ha la nausea del suo modo di rappresentare la realtà. Si ritirerà a vivere altrove, cercherà di smettere di guardare negli occhi l'orrore e girerà solo commedie.

Perché se la vita di ognuno può sembrare una patetica successione di eventi spesso fuori dal proprio controllo e simili tra loro, la fantasia può offrire una via di uscita, un luogo sicuro in cui rifugiarsi, volendo anche tutta la vita. Si può evitare uno sguardo fatalista, crudo, dedicato alla osservazione e cronaca degli aspetti triviali dell'esistenza. E nessuno può obbligarci a guardare il mondo con i suoi occhi. Nessuno tranne un genitore con il proprio figlio. Il regista quindi invita tutti i figli di genitori privi di fantasia a fuggire lontano in cerca di stimoli alla propria creatività, affinché la propria vita possa essere migliore di quella avuta in dotazione.

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