23 novembre, 2017

NOVEMBER RAIN

La radio passa November Rain...mi sento al sicuro, a casa, così mi lascio andare ad una riflessione forse malinconica, forse rabbiosa ma, in fondo, serena: penso alla fine di una relazione, di una relazione d'amore importante e penso all'amore più importante capace di condizionare tutta la nostra vita, quello per i nostri genitori e dei nostri genitori per noi. 

Vado al computer, voglio mettere alla prova le mie emozioni. Cerco notizie dei miei genitori, di mio padre, che ho visto l'ultima volta a due anni. Mi ricordo di lui in visita da noi, mi ricordo l'emozione della visita di una persona importante, 'il papà è venuto a trovarti'...ma non c'è stato tempo per emozionarsi insieme perché vengo lasciata in salotto con i giochi che mi ha portato...un finto telefono a gettoni con la cornetta...lui è andato a litigare con mia madre in cucina; non resisto e vado da lui, mio papà...mi metto tra le sue gambe insieme al telefono e cerco di coinvolgerlo...ma lui mi prende e sposta e mi sgrida: 'Non vedi che io e tua madre stiamo discutendo?! Cosa ti avevo detto, vai di là, qui dai fastidio'.

Che vergogna ho provato, come mi sono sentita sbagliata, una bambina sbagliata, che fa solo arrabbiare i propri genitori. Ma a due anni ero già brava almeno a starmene da sola, così sono tornata di là in sala insieme con la mia vergogna, le mie emozioni ferite, le mie lacrime.

Di cose ne sono state dette e ne sono successe davvero tante da allora. Quello che resta è la mia vita condizionata dalla grande sofferenza di non essere mai riuscita a farmi amare dai miei genitori, di essermi dovuta allontanare da mia madre che mi tormentava e maltrattava.

Ma ho fatto tanta strada e capito molte cose, di me, di loro. Rimango emotivamente molto delicata e sento la sofferenza degli altri come certi animali percepiscono il terremoto; ma ho fatto di questo handicap il mio dono che metto a disposizione dei bambini nel mio lavoro.

Mio padre -leggo su internet- è un reporter di guerra che fa 10 grandi viaggi all'anno...Scrive libri, articoli e parla dei poveri bambini vittime di guerre o di pedofili...scrive di poveri bambini vittime...?!?! 

Controllo e io non sono tra le vittime. Non cita nessuno dei suoi figli abbandonati. Non chiede scusa a nessuno delle persone che ha fatto soffrire. 

Allora decido di colmare la lacuna e di parlare io dei poveri bambini che mio padre ha dimenticato di menzionare: i suoi!

Mio padre non si è mai preoccupato per me e credo che pensi di vivere in una specie di film o telenovela perché si è sentito di fare come se niente fosse e un giorno, parlando con quell'altra fuori dal mondo di mia madre (ma lo saprà la di lui attuale compagna?), tutto orgoglioso di sé stesso, le dice di farmi sapere che ha scritto dei libri!  

Questi sono pazzi se non si rendono conto che non puoi maltrattare un figlio e poi riagganciarlo così, quando ti capita, per le tue stronzate. 

Insomma, uno stronzo che per tutta la mia vita si è fatto di nebbia di fronte alle proprie responsabilità di amore e cure (anche economiche) verso i figli (io e un'altra prima di me) ma che ha comunque il coraggio di mostrare la sua faccia in giro come fosse un eroe. Scrittore, reporter di guerra...e parla, parla, compiaciuto. 

Evidentemente è un dissociato se riesce così bene a fregarsene di tutto e tutti.

Mio padre scrive romanzetti di ultima categoria, autocelebrativi, di una banalità oscena. Ma questo è il giudizio di una figlia che prova evidentemente risentimento per un padre che sembra avere a cuore le grandi questioni della vita come i Templari, le guerre, le religioni e -sopra ad ogni cosa- il proprio ego mostruoso; tutto, tranne le responsabilità verso i figli messi al mondo. Voglio dire...lo ha fatto persino Sgarbi che ti riempie il cervello di mille discorsi pur di svicolare dalle domande dirette ma a quella sui figli ha risposto preciso: 'Io non volevo fare il padre ma ho sempre provveduto a livello economico'. Hai detto niente. 

Mio padre inoltre non ha solo i due figli che pubblicizza su fb e per i quali non so cosa rappresenti e cosa abbia fatto. Prima, in ordine cronologico, veniamo io e un'altra più grande di me, entrambe riconosciute e di cui, un momento dopo, si è totalmente disinteressato. Persino quando l'altra ha tentato il suicidio. 'Che figura mi fai fare con la mia nuova famiglia' sono state le parole di incoraggiamento che lui è riuscito a pronunciare ancora in ospedale dopo essere stato chiamato lì da un'amica di lei. E poi i tanti aborti che ha sostenuto. Che desolazione.

Mi chiedo, ma cosa ha da dire, da parlare tanto con quel sorrisetto arrogante un cazzone di queste proporzioni? Uno che si atteggia da grande conoscitore, ma di cosa? Che si infervora e che accusa una massa indistinta di maledetti che promuovono le guerre e perpetrano abusi sui bambini quando lui per primo é uno di loro. Ma forse non sa neppure chi è. Dà agli altri degli idioti o dei farabutti quando è il numero uno in cima alla lista dei mostri di alcuni dei suoi figli.

Mio padre, il giornalista, scrittore, fotografo, reporter di guerra che parla di vittime è un uomo che nella sua vita ha picchiato le donne e abbandonato i figli. Un ladro (in senso letterale), un violento, un ubriacone, un egocentrico, un narcisista. 

Nelle interviste trasuda autocompiacimento ed è così concentrato su sé stesso e nella recita della parte di persona perbene da riuscire per un momento quasi a convincere pure me. Possibile che sia davvero un uomo a cui stanno a cuore le emozioni, le sofferenze, i disagi degli altri???? Mi concentro, ripenso alla mia vita e poi rispondo: No!!!! E' un uomo che se ha fatto qualcosa lo ha fatto per sé stesso, per credere e far credere di essere un grand'uomo mentre è esattamente l'opposto. 

Un 'uomo' che evidentemente sa sedurre se ha avuto tante donne e fatto almeno tre figlie con tre compagne diverse; ma che a quanto pare non sa mantenere le promesse, preoccupato di continuare da solo per la sua strada, perché lui è più importante, lasciandosi tutto dietro alle spalle. 

Mio padre -posso quindi affermare per esperienza- non è né un uomo (che sa prendersi la responsabilità delle proprie azioni), né un padre (che ama e sa prendersi cura affettivamente ed economicamente dei propri figli...tutti, nessuno escluso!); è dunque...un essere incompiuto privo di sostanza che conta solo sull'apparenza. Come si dice...uno stronzo! Una merda, una brutta persona. Un coglione, un cazzone, un cretino, uno con una grandissima faccia da culo. Ecco. Che schifo.

E dire che è un gran dispiacere realizzare di venire da una tale pochezza. Ogni bambino dovrebbe poter essere orgoglioso del proprio padre. Che vergogna invece essere sua figlia!

Adesso che ho fatto un po' di ordine nelle mie idee confuse tra la terribile verità vissuta sulla mia pelle e l'apparente normalità ostentata dai miei genitori, adesso che ho fatto un po' di luce dentro al buio in cui si è plasmato questo aborto di uomo che mi ha generata e che si atteggia da eroe, posso tornare alla mia vita e riconfermare a me stessa, spero per l'ultima volta, che è stato tutto un equivoco! Che non c'entro niente con lui, né con mia madre! Non è colpa mia se tutto l'amore di cui sono stati capaci i miei genitori è stata questa miseria. L'ho già detto ma evidentemente non mi rimane in testa...anzi, nel cuore.

Devo dire che avrei potuto consolarmi un po' se almeno fosse stato davvero un idolo...che so, un Che Guevara, ad esempio, visto il suo atteggiarsi da seduttivo guerrigliero. Mi sarei messa la maglietta, avrei appeso il poster da qualche parte e avrei raccontato leggende sulle gioie e i dolori di un eroe e dei suoi figli a casa ad aspettare che torni, vivo o morto. 

Invece è un cazzone travestito, una caricatura da quattro soldi, un falso credibile -forse- solo da schizofreniche, depresse, emotivamente disadattate quali sono state, in ordine, le sue donne e non fa sognare nessuno!!! Un cretino che ha preso in giro soprattutto sé stesso. E per tutta la vita! 

E' giunto il momento di seppellire questo surrogato di padre che mi ha generato!

Addio ridicolo vecchio. Tu e quell'altra disgraziata non avvicinatevi mai più a me perché per me siete morti come io lo sono sempre stata per voi. Se avessi avuto qualche dubbio, mia madre ci ha tenuto proprio a dirmelo e pare che nessuno di voi due abbia avuto problemi ad elaborare il lutto per me. Son capitata proprio male! Voi vi siete persi qualcosa di prezioso però. In mano ad un ladruncolo e alla sua squinzia che faceva il palo con una neonata in braccio...non c'era speranza di venir riconosciuta come autentico amore, vita preziosa, almeno oggetto di valore. Sono stata un oggetto qualsiasi tra gli altri, un peso, un problema, una cosa inutile, niente. E voi siete proprio due poveracci.

Adesso morite finalmente nella mia considerazione e riposate in pace.

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