Quasi tutti i giorni percorro una strada che passa esterna ai centri urbani e dalla quale ci si immette dal mio paese alla città. Ad uno dei semafori di questa strada trafficata solo in quell'ultimo tratto, sta sempre un uomo piccolo di statura, con la pelle dorata e una espressione cordiale e rilassata che vende i giornali.
Quest'uomo solare indossa il giubbetto catarifrangente e tiene in mano delle copie di un quotidiano. Al rosso, si avvicina alle macchine sorridendo, per niente invadente, volentieri saluta gentilmente e ricambia generoso un saluto sincero.
Io non prendo mai il giornale ma lo stesso ci salutiamo con la mano e il labiale e il suo sguardo così cordiale mi rallegra la mente.
Un giorno passo vicino a lui a piedi e stavolta ci scambiamo un buongiorno sonoro: ne rimaniamo così sorpresi del reciproco entusiasmo che ridiamo allegri e ci risalutiamo ringraziandoci con gli occhi.
Qualche giorno dopo, una mattina all'alba, ci incrociamo ancora, stavolta entrambi in bicicletta: lui con la sua cassa di giornali, io col mio zainetto da eterna studentessa; ci riconosciamo, ci sorridiamo, quasi ci scontriamo e ci salutiamo. E io pedalo via più leggera dentro la faticosa giornata che mi aspetta.
C'è bisogno di incontrare sguardi vitali, allegri, cordiali per affrontare con coraggio ed energia la battaglia quotidiana che ci attende. Forse poi torneremmo dai figli con un po' più di voglia di giocare e stare insieme...
Consiglio come inizio di terapia, di passare per via Altura, al semaforo per il Bellaria, al mattino presto. Mentre lo smog sale e gli umori scendono, l'uomo dei giornali saprà infondere senso di identità, coraggio, forza. Perché per resistere e non essere fatti a pezzi, l'identità non deve mai essere messa in discussione da noi stessi neppure di fronte ad una umiliazione. E non tutti lavorano in luoghi e con persone edificanti.
Perciò, buongiorno e buonanotte a tutti, siete tutti importanti.
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