02 marzo, 2021

Il PIANETA RIMOSSO

Durante il suo viaggio nell'Universo, il Piccolo Principe* giunse sul pianeta dell'Ignorante che Puzza. Fu una esperienza tanto terribile che la rimosse.

L'Ignorante che Puzza si crede il padrone del pianeta e tratta gli altri abitanti come degli invasori. Soprattutto le donne che considera... com'era quella parolaccia che usano certi adulti per umiliarne altri? Avete capito. Terribile. Diceva continuamente "Quella t... di qua, quella t... di là".

L'Ignoranza di per sé non sarebbe nulla di grave. Ma la sua è una ignoranza ottusa, ostinata e complicata dalla cattiveria.

L'Ignorante che Puzza avrebbe potuto semplicemente essere un ignorante con la i minuscola, nel senso stretto di persona priva di istruzione. Ciò non gli avrebbe impedito di essere ricco di qualità, doni e competenze umane, di sensibilità, di fiducia e altruismo. Avrebbe potuto essere una persona curiosa e interessante e con una parte di potenziale inespresso ma pronto a manifestarsi non appena gli si fosse presentata l'occasione. Il Piccolo Principe scoprì presto a proprie spese che la mancanza di istruzione non è nulla di fronte alla condizione assai peggiore e di difficile evoluzione che è l'analfabetismo emotivo.

Si sa, la prima alfabetizzazione emotiva avviene in famiglia. Poi ne dovrebbe seguire almeno una seconda, di rinforzo, a scuola. Ma, per riceverla, intanto bisogna andarci, a scuola. E comunque, non sempre la scuola riesce a colmare certe lacune abissali.

Evidentemente all'Ignorante che Puzza non è arrivato sufficiente nutrimento in questo senso e, a causa della sua successiva condotta di vita, priva degli adeguati stimoli a crescere e cambiare, è avvenuta in lui una potatura mortifera e totale di tutte quelle connessioni necessarie ad una corretta evoluzione. Per questo, l'Ignorante qui ha la I maiuscola. Ignora in senso assoluto. E puzza.

Lo studio, la lettura, lo sport, la condivisione con altri di interessi e attività arricchiscono e aprono la mente. Ma certamente l'Ignorante che Puzza deve aver creduto di essere nato già fatto e finito e di doversi arricchire solo economicamente. Perché, mai e poi mai, in tutta la sua misera esistenza, gli è venuto il dubbio di aver qualcosa da imparare dagli altri, per lui una manica di inutili sciocchi da deridere in tutto e per tutto. Nutre infatti profonda convinzione di essersi fatto da solo e di potersi affinare al bar per quel poco che gli manca, osservando certi suoi simili ICP comunque sempre criticatissimi, al massimo per acquisire uno o due trucchetti triviali, necessari alla sua meschina esistenza. Certamente deve aver creduto che fosse possibile vivere in quell'unico modo lì e che i rapporti umani fossero riconducibili a semplici stereotipi di convenienza. Una potente e pericolosa semplificazione.

Sembra che, nella sua famiglia, ognuno reciti una parte assegnata da un copione collaudato da millenni. Entrambi privi di passioni vere e proprie, l'uomo fa, senza porsi domande, si accoppia, figlia suo malgrado, garantisce la sopravvivenza alla prole come capita ma con autorità, mentre la donna cura l'apparenza, si occupa della casa, la pulisce, la fa benedire anche se non sa cosa sia avere fede. Ogni sua azione è ottimizzata e finalizzata all'apparire in regola allo sguardo distratto o impotente dei malcapitati testimoni. Sia lui che lei rispettano il proprio copione con precisione maniacale. Inoltre, sia a casa che fuori, fanno la stessa cosa: faticare lui in mestieri tradizionalmente svolti da uomini, pulire lei, entrambi fino a consumarsi le giunture. Niente di male, se non fosse che quelle due attività, nel giro di poco tempo, grazie alla determinazione con cui ne hanno ricercato l'automatismo, possono essere compiute senza pensare, staccando completamente il cervello. Si sa che il cervello è pigro e, se assecondato, va facilmente in automatico e atrofizza ciò che non utilizza, ottenendo certamente di affaticarsi meno, ma danneggiandosi su lungo periodo. Perché pensare quando domani arriva lo stesso e con meno sforzo?

Studiare, fare esperienze diverse, conoscere persone nuove con le quali condividere tratti del proprio percorso esistenziale serve a non marcire umanamente e a mantenere il cervello bello, attivo e sano. Il comportamento dell'Ignorante che Puzza, per un circolo vizioso, deve aver causato l'aggravamento costante delle proprie funzionalità psichiche. Un impoverimento inesorabile e devastante che lo ha reso una persona inadeguata alle relazioni, che siano con persone o animali. L'indifferenza alle emozioni dell'Altro è tale da produrre in un osservatore esterno una stretta al cuore, seguito da disgusto, vomito e senso di orrore.

Questa ignoranza profonda, totalizzante, ha permesso all'Ignorante che Puzza di costruirsi una corazza impermeabile: egli non ha la benché minima consapevolezza della propria miseria umana e ciò gli consente di non preoccuparsi di nulla, tranne di come allontanare il prossimo o addomesticarlo a dovere affinché lui possa continuare a vivere nella propria illusione autoreferenziale e onnipotente. Un meccanismo di difesa eccellente. La semplificazione assoluta. Egli ha ridotto le dimensioni del proprio cervello fino ad ottenerne il funzionamento minimo necessario a vivere senza pensare. Notevole. Parlargli è assolutamente inutile. Sa quattro frasi che utilizza per qualsiasi conversazione.

La puzza, purtroppo, è la conseguenza dell'eccesso di ignoranza: a forza di accumularsi, inizia un processo di fermentazione misto a marcescenza. Appena apre bocca, l'Ignorante che Puzza stende chiunque con il fetore dei propri marci pensieri. Certamente la puzza può intensificarsi anche a causa di abitudini compensatorie puzzolenti: per esempio, fumando il sigaro per darsi un tono. E' poi una immagine oscena vederlo ciucciare quel sigaro come se fosse la tetta della mamma. In quei momenti, l'Ignorante che Puzza appare nella sua infinita piccolezza, un uomo miserevole, un essere che ha lasciato germogliare e avvelenare la propria vita nella frustrazione, nell'odio, nello squallore di rapporti finti, nella solitudine  esistenziale. 

Chiunque incontrandolo rimane colpito dalla sua espressione idiota piena di livore misto a scherno e convinzione di essere l'unico che ha capito tutto dell'Universo, ovvero che tutti gli altri sono il problema oltre che dei deficienti. Le donne poi sono tutte t.., inutili accessori che, finito di recitare il proprio copione, andrebbero appoggiate nel ripostiglio insieme alle scope.

L'Ignorante che Puzza è un uomo capace di stabilire sì relazioni ma a senso unico, solo di potere e completamente anaffettive. E' malfidato, diffidente e non impara niente. Non importa quanta pazienza e fiducia gli abbiano accordato i colleghi, i datori di lavoro, i familiari, i conoscenti, i vicini: lui, appena qualcosa non gli torna, dà loro contro con tutta la forza che ha in corpo, li tormenta, li investe con il suo giudizio inconfutabile, in una comunicazione unidirezionale, volta a colpire e, possibilmente, annichilire l'interlocutore. E qualsiasi reazione esasperata delle sue vittime è per lui conferma della propria giustezza. Non sa cosa sia il confronto. Non sa cosa sia la buonafede. Non ha idea di cosa provino gli altri, delle emozioni che suscita. Lui pensa e dice male appena si sente insicuro, ovvero spesso, se non sempre, non si sa mai. Tanto, secondo il proprio pensare, certamente se non lo fa lui con gli altri, lo faranno gli altri con lui. Una vera e propria profezia autoavverante.

L'Ignorante che Puzza è maleducato, cafone e non riesce neppure a realizzare che ciò che lo disturba dell'Altro è lo stesso che fa lui, solo che lui lo fa in modo più molesto e inopportuno. Tanto meno sa mettersi in discussione o accorgersi dei propri eccessi e atteggiamenti aggressivi, invadenti e inappropriati alle diverse situazioni. In fondo è pure un parsimonioso, per non dire tirchio, avido e avaro e ha una unica modalità relazionale con la quale pensa di poter gestire qualsiasi relazione. Un po' troppo poco persino nel suo mondo che ha ridotto ai minimi termini. Purtroppo, nessun essere umano può scollegarsi completamente dal resto del mondo e crearsi una bolla completamente indipendente, lui tantomeno. Prima o poi qualcuno atterra sempre nelle sue vicinanze e lui non potrà che trascorrere l'esistenza a difendersi, odiare e cercare di allontanare il prossimo fino alla fine dei suoi giorni. 

Conoscere l'Ignorante che Puzza sconvolse il Piccolo Principe che dovette soffrire molto a quella vista. Si racconta che incontrò altri Ignoranti che Puzzano e imparò a conviverci alla giusta distanza, riuscendo a ricordare di quel primo doloroso incontro. Provò infine pena per l'Ignorante che Puzza che, inconsapevole, passò a cervello spento l'intera esistenza.

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*Riferimento al racconto "Il Piccolo Principe" di Antoine De Saint-Exupéry.

[Questo racconto è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il prodotto della fantasia dell'autore oppure sono usati in chiave romanzesca. Ogni somiglianza con fatti o luoghi o persone esistenti o esistite è puramente casuale].

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