10 marzo, 2021

IL SALTO DI SPECIE

[Leggi prima: L'Uomo Selvatico]

Alcuni scienziati hanno sollevato il dubbio se l'Uomo, la Donna e la Figlia Selvatici possano effettivamente dirsi di appartenere alla specie dell'Homo Sapiens. 

Per la scienza attuale, non ci sono dubbi: le altre specie di Homo si sono estinte. Dunque appare impensabile che la Famiglia Selvatica possa appartenere a qualche ramo morto dell'evoluzione.

Si è però recentemente edotta l'umanità intera (tranne che per alcuni gruppi particolarmente resistenti alla conoscenza) della possibilità del salto di specie a proposito dei virus.

Si sa che gli scienziati non devono escludere nessuna possibilità, neppure la più remota, se vogliono riuscire a scoprire le Leggi della Natura. Perciò, da qualche tempo a questa parte, è stato avviato uno studio sulla possibilità di un salto da una specie di Homo ad un'altra, conservatasi tramite qualche sconosciuta funzione del DNA.

Vero è che l'Uomo Selvatico è solo una leggenda ma si sa che al fondo di ogni storia c'è sempre della verità. Così, dalla curiosità di alcuni scienziati e di altri professionisti, che si ritengono a buon titolo vicini di casa dell'Uomo Selvatico, è nato un progetto, inizialmente su base volontaria e autofinanziato, adesso finanziato dall'UE, per raccogliere quanti più dati a sostegno della tesi: Il salto di specie è possibile anche per l'Uomo? E, se sì, esistono più varianti in grado di fare salti differenti?

Pare che l'Uomo Selvatico possa effettivamente essere considerato una mutazione dell'Homo Sapiens in altre specie di Homo che si credevano estinte, perché in passato non avevano le condizioni per prosperare, mentre adesso, grazie alla adeguata trasformazione ambientale e sociale, sarebbero perfettamente a loro agio, decisamente più a loro agio di quanto non possa sentirsi un Sapiens, con tanto di degna rappresentanza politica.

L'indice RT per questa epidemia è elevatissimo.

Si è osservato in tutti gli esseri umani esposti alla vicinanza o convivenza con l'Uomo Selvatico, una rapida degenerazione che conduce in brevissimo tempo o alla morte o ad una orrenda mutazione.

Tutti gli esseri umani costretti a relazionarsi con l'Uomo Selvatico presentano sintomi preoccupanti per gli scienziati e che esitano in maniera molto differente a seconda del carattere del soggetto colpito dalla disgrazia. In tutti i casi, i contagiati assistono impotenti ad una esasperazione dei propri tratti caratteriali più marcati: i sensibili divengono ipersensibili e spesso muoiono. Gli indifferenti divengono sociopatici e spesso uccidono gli altri.

Si è visto che le vittime maggiori sono le persone sensibili. Negli ultimi anni sono aumentate esponenzialmente le richieste di aiuto psicologico di persone provenienti dalla zona dove è presente l'Uomo Selvatico; sono aumentati i ricoveri e le morti di giovani donne e uomini, persone emotive, intelligenti, spiccatamente sensibili. Questi soggetti fragili, di fronte ad una tale esposizione tossica, generalmente si lasciano morire, dopo atroci sofferenze emotive. Mentre, al contrario, nelle persone già predisposte all'egoismo, all'odio, all'indifferenza, all'alessitimia, la personalità muta ma sopravvive inasprendo i suddetti tratti, disumanizzando l'individuo, rendendolo totalmente anaffettivo, insensibile, indifferente, privo di empatia, di sentimenti, di passioni. Questi mutanti si nutrono di tutti gli altri. E' il caso dell'Uomo Selvatico.

Si sospetta che all'origine l'Uomo Selvatico sia venuto al mondo come un normale Sapiens ma che, a forza di deprivazioni, abbia fatto il salto di specie, mutando in Homo Ergaster, ritenuto erroneamente estinto. Comunemente, l'Homo Ergaster viene chiamato, in modo improprio, "L'Ergastolano", per quanto le sue caratteristiche specifiche siano certamente presenti in molti ergastolani.

L'Homo Ergaster era un uomo che già due milioni di anni fa aveva comportamenti socialmente ripugnanti e per questo era stato annichilito dalle specie più evolute, ancora numericamente superiori e capaci di coalizzarsi contro le minacce.

Questo ominide pareva essersi realmente estinto. Invece deve essere stato come riassorbito in forma di nucleotide nel DNA che, una volta presentatesi le condizioni favorevoli, ha provocato una trasformazione sostanziale nell'individuo ospitante.

L'Uomo Selvatico si è letteralmente trasformato in un ominide vissuto due milioni di anni fa e così hanno fatto pure coloro che, già ugualmente predisposti geneticamente, sono stati esposti alla sua influenza.

Molti individui, prima del salto di specie, necessitano di una fase intermedia durante la quale avviene una prima mutazione preparatoria al salto, partendo da certi tratti caratteriali sviluppati grazie ad un ambiente favorevole. E solo dopo compiono il vero e proprio salto di specie, mutando l'ospite in modo irreversibile, nell'Homo Ergaster.

Le condizioni ambientali favorevoli per questo salto di specie sono: l'avidità, l'egocentrismo, la diffidenza, l'indifferenza, l'anaffettività, l'alessitimia... elementi tutti eccessivamente presenti nella nostra società moderna.

Ecco dunque spiegato il fenomeno dell'Uomo Selvatico: non più leggenda ma caso umano diffusissimo.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------[Questo racconto è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il prodotto della fantasia dell'autore oppure sono usati in chiave romanzesca. Ogni somiglianza con fatti o luoghi o persone esistenti o esistite è puramente casuale].

1 commento:

Elena Toni ha detto...

Buongiorno!! Hai fatto bene a sottolineare che si tratta di un racconto di fantasia, in troppi si sarebbero riconosciuti �� ... buona giornata !!!