08 marzo, 2021

TEMPO

Ogni cosa ben fatta e apprezzata appieno richiede tempo: nascere, crescere, amare, comprendere, elaborare una perdita, cambiare, imparare, costruire.

L'ebbrezza da velocità, il movimento perpetuo sono una nevrosi. La nostra società tutta è nevrotica. Essendo però questa nevrosi tanto diffusa, si è preferito eleggerla a qualità, a pregio, a competenza, anziché cercare di prendersene cura. La velocità ha riempito il nostro vuoto esistenziale e il movimento è divenuto un'iperbole del bisogno profondo di cura e attenzione e tempo di cui necessitiamo per vivere e che ci neghiamo sistematicamente.

La pandemia ha tolto molto a molti di noi ma offerto anche tempo, non a tutti e non della stessa qualità, un tempo da dedicare a certe nostre parti piccole e delicate. Alcuni di noi si sono sentiti finalmente legittimati oppure sono stati come costretti dalle circostanze particolarmente favorevoli ad abbassare le difese e finalmente a fermarsi e fare qualcosa di veramente buono per sé stessi per la prima volta.  

Da marzo ad oggi, a causa della pandemia, ho vissuto sia drammi che gioie. Sono stati presenti, fianco fianco, il brutto e il bello, la salute e la malattia, la vita e la morte, la sofferenza e il piacere, sempre, in ogni giorno, con prevalenza ora dell'una, ora dell'altra, ma sempre insieme. Per questo mi sento di generalizzare dicendo che la pandemia di per sé non è soltanto una tragedia ma persino una risorsa.

Non parlo da privilegiata nel senso di benestante o di indifferente. Ho vissuto in questo anno emergenze e drammi che mi hanno colpito su vari fronti. Però mi sento una privilegiata per aver saputo cogliere ciò che di buono continua ad esistere nonostante tutto, fuori e dentro di me.

Non è la solita retorica che sento ripetere a pappagallo e senza badare allo stato dell'interlocutore, dai soliti eletti, dalle anime superiori che paiono vedere solo il bello di ogni situazione, con insopportabile disinvoltura. Dico retorica innanzitutto perché sono invidiosa e poi perché se sono sfracellata in terra, sui resti di me stessa, non è carino dirmi quanto invece sei fortunato tu che vedi solo il bello, sbattendomelo in faccia come la figurina introvabile, il Santo Graal, il biglietto vincente della lotteria. Cazzo, se trovi uno asfaltato magari limitati ad una mano su ciò che ne rimane e mostragli quanto siano preziosi i suoi resti. Altrimenti quello rischia di finire di disintegrarsi per senso di inadeguatezza. No, ormai esistono solo pessimisti cosmici che dicono sempre e solo che va male per non attirarsi le invidie degli altri e ottimisti cosmici che dicono solo che è tutto bello, i fiori, la vita, ecc. Entrambi inutili al prossimo. Tié.

Sembra la società degli opposti. Tanta strada per continuare a ragionare secondo il paradigma della linearità: bianco/nero, giusto/sbagliato, bello/brutto. Chissà quanto ci vorrà per integrare gli opposti e convivere con la bellezza e la bruttezza propria e degli altri.

Tempo. Se si pensa che certi cambiamenti attraversano intere generazioni, c'è caso che in una vita non si faccia a tempo a vederne il risultato. Vale comunque la pena averci provato. Altrimenti sei come l'Uomo che Puzza e non ha senso la tua esistenza. Ma, il senso ha senso se uno non se lo domanda?

Quindi il tempo è molto e, a volte, è tutto. Solo il tempo guarisce alcune ferite del corpo e dell'anima. Lo so per esperienza. Un lutto fa male finché non viene elaborato e per farlo ci vuole tempo. Dura quello che deve durare e non ci sono medicine. Si può cercare la vicinanza delle persone care, degli amici, della psicoterapia, quando ci sentiamo sopraffatti. Ad un anno dalla perdita di mia nonna, il dolore c'è ancora, ma è cambiato nell'intensità. All'inizio pareva insopportabile e lo è stato per molto tempo. Adesso ci convivo, mi emoziona, ma mi lascia respirare.

Il tempo è un bene molto prezioso e, se fosse simbolo di ricchezza, in questo momento sarei ricca sfondata. E allora, perché non apprezzare questa ricchezza, per quanto effimera, e smettere finalmente di preoccuparmi per il futuro che sembra divorato dal Nulla*?

Il tempo è ricchezza e infatti c'è chi lo ruba. Riprenderselo non è semplice, tant'è che spesso, per riaverlo, ci si ammala, delegittimati come siamo a difenderlo. Ci hanno addestrati a svenderlo o ad appropriarci di quello degli altri. 

Quindi, in questa condizione di pandemia, davvero faticosa e destabilizzante, se hai tempo e puoi abbracciarlo, fallo senza pensarci troppo, non sgualcirlo con liste di impegni inutili e inutilmente ammassati. Coccolati e coccola. (E non dico apposta goditelo perché nel nostro tempo significa spremilo, agitati e usalo egoisticamente).

Buon tempo a tutti.

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*Cfr. La Storia Infinita di Michael Ende.

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