14 settembre, 2017

LEGATO MA LIBERO

Chiudo il cerchio e me ne vado. Dopo 10 anni riesco ad emanciparmi emotivamente dal mio primo moroso.
Il turbamento di essere sopravvissuta al soffocamento mi spinge a ricercare fisicamente l’aria, la luce e il movimento.
Incontro un uomo più grande di me, un istruttore…e assecondiamo la sfumatura transferale della nostra relazione. Mi dice che è sposato e che gli è già capitato.
Per una frazione di vita, spinti dall’istinto a ricercare vicinanza, tenerezza e consolazione, ci siamo solo noi, in una vivida illusione.
Persino le vicende più deprecabili hanno un senso. Vivere i miei sbagli mi ha aiutato a capirmi e a capire meglio gli altri e il loro scompenso.
Chi giudica severamente, a distanza di sicurezza, lo fa perché fragile, insicuro e bisognoso di certezza.
Mi presta “Legato ma libero” di P. Berhault, metafora della sua condizione e dei suoi sogni. Ma la libertà, imparo più avanti, è quando non dipendiamo dai nostri bisogni.
Ha conservato una mia lettera nel portafoglio. Molti anni più tardi sua moglie la trova, cerca nella rubrica e mi chiama. E’ morto in montagna. Parliamo. Ci capiamo.
La vita, più o meno difficile da interpretare, rimane sempre imprevedibile, nel bene e nel male.


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