02 settembre, 2017

PUTTANA LA MAESTRA

Mio padre si chiama Uberto. Da piccola mi vergognavo a dirlo perché tutti ridevano per quel nome stonato e persino il correttore automatico lo segna errore in questo momento.

Uberto poi neppure me lo ricordavo come fosse fatto eppure riusciva ad essere un problema lo stesso.

Cominciai spontaneamente a modificarne il nome in Umberto. Soffermandomi appena tra la U e la B e troncando in tempo, nel malizioso coetaneo veniva il dubbio di aver capito male ma alla seconda volta che lo ripetevo desisteva per non prendersi una pernacchia.

Un giorno in classe chiedono a tutti i nomi e cognomi dei nostri genitori. Io mastico un Uberto/Umberto e, visto che anche gli adulti si aspettano una 'm' tra la U e la B, non devo neppure ripetere.

Tempo dopo la maestra mi chiama alla lavagna e, davanti a tutti, mi interroga.

"Come si chiama tuo padre?"

E io coerente ma a voce bassa: "Umberto".

"Come? Più forte per favore".

"UMBERTO".

Ora mi accorgo della sua espressione di compiacimento, molto simile a quella di mia madre quando si pregustava un'occasione per punirmi.

"Ma come, non sai neppure come si chiama tuo padre???? Te lo dico io: UBERTO!!!".

Risata generale.

Che puttana!




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